30 marzo 2018 - 16:50

Porto Recanati, l’orrore nel pozzo: trovate 37 ossa, appartengono a due ragazze

I resti a poche centinaia di metri dal «falansterio» in cui vivono 4 mila persone, perlopiù straniere. Al terzo giorni di scavi, il sospetto degli investigatori è che, in un caso, possa trattarsi di Cameyi Mossamet,15enne bengalese scomparsa ad Ancona nel 2010

di Nicola Catenaro e Alessandro Fulloni

Le ricerche attorno al pozzo dell’orrore e, nel riquadro piccolo, Cameyi Mossamet, la 15enne scomparsa (Ansa e Associazione Penelope Marche) Le ricerche attorno al pozzo dell’orrore e, nel riquadro piccolo, Cameyi Mossamet, la 15enne scomparsa (Ansa e Associazione Penelope Marche)
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Il numero dell’orrore è questo: 37. Ovvero i frammenti ossei trovati in un pozzo. Terzo giorno di scavi a Santa Maria in Potenza di Porto Recanati (Macerata) vicino al casolare dove il 28 marzo scorso sono stati rinvenuti i resti di almeno due persone tra ossa intere e frammentate, oltre a effetti personali, alcuni dei quali forse appartenenti a Cameyi Mossamet, una 15enne bengalese scomparsa ad Ancona nel 2010. La Procura indaga per omicidio e occultamento di cadavere. Le ricerche, che oggi non hanno dato esito, proseguiranno per tutta la giornata. Gli uomini della polizia scientifica, guidata da Andrea Innocenzi, e della Mobile, guidata da Alessandro Albini, sono arrivati a cercare fino a una profondità di 3,5 metri in un pozzo vicino al casolare nei dintorni dell’Hotel House, un «falansterio» multietnico (leggi il reportage che «Sette» vi fece nel 2007), dove vivono oltre 2mila persone al centro di indagini per spaccio di droga. I resti verranno esaminati dagli esperti della polizia per le comparazioni genetiche indispensabili per identificare i cadaveri.

Scomparsa dopo aver «bigiato» la scuola

Sul posto i vigili del fuoco per la messa in sicurezza dei luoghi di scavo. Soltanto le comparazioni del Dna, che verranno eseguite dal gabinetto di Polizia scientifica, potranno fornire certezza sull’identità di uno degli almeno due cadaveri a cui appartengono i resti e in particolare sull’ipotesi che si tratti di Cameyi Mossamet, scomparsa dopo aver «bigiato» la scuola. All’epoca venne indagato il fidanzatino, un indiano. Ma poi il caso venne archiviato. L’assistenza legale alla madre della ragazza viene fornita dall’Associazione Penelope Marche, che ha sempre cercato di mantenere viva l’attenzione sul caso.
Certo è che una delle vittime ha la corporatura di una ragazzina. E la presenza vicino alle ossa di una scarpa bianca simile a quella che indossava, di un fermaglio per capelli e un brandello di foulard sembrano avvalorare la pista. Il ritrovamento delle ossa è avvenuto per caso nei giorni scorsi, dopo un controllo della Finanza nelle vicinanze dell’Hotel House. Gli investigatori, aiutati dai vigili del fuoco, hanno proseguito anche venerdì gli scavi e le ricerche, trovando i altri frammenti di ossa rispetto alla ventina emerse ieri durante controlli anti-droga con unità cinofile nella zona destinata a essere lottizzata: un femore era praticamente in superficie, gli altri resti gettati nel pozzo utilizzato in precedenza per smaltire rifiuti, poi come «cimitero» e infine chiuso e ricoperto di terra. Il pm di Macerata Rosanna Buccini che coordina l’inchiesta su cui lavora la Squadra mobile di Macerata, aprirà un fascicolo per le ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere: si pensa all’uccisione di migranti «invisibili» ma anche alla fine della 15enne bengalese della cui presenza all’Hotel House, gli inquirenti avevano trovato riscontri. Nel «grattacielo», dove abitava la famiglia del fidanzatino e dove erano stati ritrovati il suo copricapo e reperti su un cuscino, si erano perse le sue tracce: un ultimo video «romantico» su My Space e poi più nulla. Sulla vicenda è intervenuto il Garante regionale dei diritti Andrea Nobili che nei giorni scorsi ha visitato l’Hotel House.

Cose’è l’Hotel House

Il degrado dell’Hotel House - grattacielo nato tra gli anni Sessanta e i Settanta i cui piccoli alloggi vennero acquistati come seconde case da vacanzieri del nord oltre che dagli stessi marchigiani - è da tempo oggetto di attenzione da parte delle istituzioni e in particolare delle forze dell’ordine. Polizia, carabinieri, guardia di finanza. I riflettori sono da anni puntati sull’enorme struttura, visibile anche dall’autostrada, le cui condizioni igieniche vengono definite al limite. Un rifugio e una casa per gli immigrati, che costituiscono la maggior parte dei suoi residenti. Molti di loro, infatti, sono lavoratori regolari e l’hanno riacquistata dai vecchi proprietari. Complessivamente si tratta di 480 appartamenti da 66 metri quadrati con balcone che, all’epoca, si potevano acquistare a prezzi modici e oggi si possono avere con un investimento notevolmente più basso rispetto ai prezzi di mercato. Sarà anche per la fama negativa e ora anche “maledetta” che avvolge questo complesso enorme, di sedici piani con pianta a croce, destinato fin da subito a essere per gran parte dell’anno disabitato. «Questo ha favorito occupazioni di ogni genere – dicono in Questura – ed è inutile nascondere che il fascicolo che riguarda l’Hotel House è pieno zeppo di segnalazioni riguardanti fenomeni di prostituzione e spaccio di stupefacenti». Nei dintorni di questo inquietante grattacielo, l’«ecomostro» di Porto Recanati oggetto persino di studi sociologici oltre che di varie minacce di abbattimento o promesse di riqualificazione, si è persa Camey. La quindicenne, scomparsa da Ancona la mattina del 29 maggio 2010, quando non arrivò mai alla scuola, fu infatti inquadrata per l’ultima volta da una telecamera insieme al suo accompagnatore proprio davanti all’Hotel House.

L’emergenza minori

Il Garante regionale per i diritti Andrea Nobili parla di «emergenza nazionale» riferendosi allo stato «in cui sono costretti a vivere i 400 minori che vengono annoverati tra i residenti all’Hotel House». Di questo ha reso partecipe la Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, «affinché si faccia portavoce presso le competenti sedi nazionali della situazione».

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