7 marzo 2018 - 21:24

Pritzker Prize a Balkrishna Doshi
primo indiano premiato (a 90 anni)

Il maestro allievo di Le Corbusier vince l’edizione del quarantennale. La giuria: «Il suo approccio etico e personale ha toccato le vite di ogni classe socio-economica»

di STEFANO BUCCI

Il complesso di residenze ad Aranya di Balkrishna Doshi (Ap) Il complesso di residenze ad Aranya di Balkrishna Doshi (Ap)
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Che il Pritzker Prize dovesse toccare (finalmente) a un architetto indiano era una sensazione da tempo nell’aria, anche se appariva forse più accreditato, ad esempio, Bijoy Jain con il suo già celebre Studio Mumbai. L’assegnazione del Pritzker 2018, quello della quarantesima edizione, al novantenne Balkrishna Doshi (nato a Pune il 26 agosto 1927), primo indiano nella storia del Pritzker, premia una figura storica.

Balkrishna Doshi, (Pune, India, 1927)
Balkrishna Doshi, (Pune, India, 1927)

Un maestro dell’architettura indiana, insomma, nonché grande collaboratore prima di Le Corbusier nei progetti per le città di Chandigarh e Ahmedabad (la Shodhan house). E poi di Louis Kahn per l’Indian institute of management, sempre a Ahmedabad.

«Doshi è stato in grado di interpretare l’architettura e trasformarla in opere costruite che rispettano la cultura orientale, migliorando la qualità della vita in India. Il suo approccio etico e personale all’architettura ha toccato le vite di ogni classe socio-economica in un ampio spettro di generi a partire dagli Anni Cinquanta»: così la giuria.

Ma Doshi non è solo un monumento: nei suoi progetti (un centinaio quelli firmati con lo studio Vastushilpa fondato nel 1956) ci sono spazi pubblici, istituzioni, gallerie, residenze che lo hanno reso una figura chiave nello sviluppo di alloggi anche a basso costo e in quartieri e città povere o disagiate, restando però sempre fedele all’idea di un’architettura capace di assemblare principi modernisti e tradizioni locali.

Tra i suoi progetti più famosi: il Tagore Memorial Hall di Ahmedabad e il quartiere residenziale di Aranya a Indore (un grande complesso di case che può ospitare fino a 80 mila persone). «Devo questo premio al mio guru, Le Corbusier», questo il primo commento di Doshi.

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