16 dicembre 2017 - 15:24

Pronto il piano per le periferie. Decaro: «Servono misure strutturali»

Lunedì l’ultima firma sbloccherà la seconda tranche del finanziamento complessivo da 2,1 miliardi messo a disposizione dal Governo per la riqualificazione delle città. I progetti sono 120 e coinvolgono oltre 400 comuni in tutta Italia

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I progetti ci sono. I soldi (incredibilmente) anche. Manca solo un ultimo tassello perché il progetto di recupero delle periferie entri a pieno regime: la firma che segnerà il via libera per l’ultima tranche del finanziamento di oltre 2 miliardi di fondi pubblici messi a disposizione per realizzare l’ambizioso programma del Bando periferie che prevede oltre 2.100 interventi, in 445 comuni dal nord al sud Italia. Pubblicato a maggio del 2016, i tempi di risposta da parte del Governo sono stati rapidissimi, grazie anche all’intervento dell’allora premier Matteo Renzi che mise il <dossier periferie> in cima alle priorità.

Il progetto

«A marzo di quest’anno sono state firmate le prime 24 convenzioni per altrettanti comuni – spiega Antono Decaro, presidente dell’Anci (l’associazione nazionale dei comuni italiani) e sindaco di Bari –. Sono stati sbloccati già 500 milioni e lunedì, dopo la firma del premier Paolo Gentiloni, verranno messi a disposizione i restanti 1,6 miliardi. I piani dei comuni sono già pronti». I progetti riguardano gli ambiti più disparati, ma hanno un unico obiettivo: migliorare il tessuto urbano e sociale di quartieri degradati, non necessariamente periferici. In concreto si tratta realizzare interventi per una mobilità migliore e più sostenibile, intervenire nel miglioramento dell’edilizia scolastica, rendere più sicuri i quartieri con un sistema di videosorveglianza.

Percentuali

Più nel dettaglio, in cima alla lista di priorità degli amministratori locali c’è il recupero delle aree dismesse (assorbe il 15 per cento del totale degli investimenti), poi le opere per il decoro degli spazi pubblici (piazze, marciapiedi, mercati per il 13,5%); per la casa, dall’edilizia pubblica al co-housing (11,5%); per la mobilità (10%); iniziative per il lavoro (7,6%); la scuola (6%) e di inclusione sociale (5,6%). In coda la sicurezza (1,5%). «Come ha detto Papa Francesco – commenta Decaro – vogliamo allargare la piazza, non alzare la torre. Inclusivi, insomma, non selettivi».

I prossimi obiettivi

Le tempistiche sono strette: per fine 2017 i comuni che hanno già avuto il via libera e i fondi dovranno aver approvato almeno la progettazione per poi cominciare con le gare. I 2,1 miliardi messi a disposizione del bando sono sola una parte dei soldi che servono ai comuni per finanziare i 10 progetti che hanno un valore complessivo di 3,8 miliardi. E il resto? «Parte è stato finanziato dagli stessi Comuni - spiega il primo cittadino barese -, parte da finanziamenti privati, per lo più aziende che hanno deciso di investire in diversi progetti». Ma i comuni italiani non vogliono fermarsi qui. «La nostra intenzione è di proseguire anche per i prossimi anni con i bandi e progetti di riqualificazione. Nella legge di Bilancio 2018 sono stati stanziati altri fondi per rinforzare le risorse a disposizione dei comuni. Vogliamo che la misura diventi strutturale, con un finanziamento periodico».

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