Milano, 21 novembre 2017 - 22:19

Pensioni, il governo gioca d’anticipo Pronto il decreto sui 67 anni dal 2019

L’esecutivo potrebbe presentarlo insieme all’emendamento alla manovra che «salva» dallo scatto le 15 categorie di lavori gravosi. Ieri l’incontro con i sindacati. Camusso (Cgil): confermata la mobilitazione il 2 dicembre. Furlan (Cisl): «Giudizio positivo».

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Sulle pensioni il governo gioca d’anticipo. Dopo l’incontro di ieri con i sindacati, l’orientamento è presentare nei prossimi giorni l’emendamento al disegno di legge di Bilancio per «salvare» le 15 categorie di lavori gravosi dallo scatto dell’età pensionabile, che dal 2019 salirà di altri cinque mesi per arrivare a 67 anni. Ma nello stesso tempo emanare il decreto direttoriale, atto amministrativo che non passa in Parlamento, che formalizza lo scatto per tutti gli altri come effetto dell’allungamento della speranza di vita.

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Un segnale a Bruxelles (e alla manovra)

Una mossa pensata non solo per dire a Bruxelles e ai mercati internazionali che la riforma della previdenza non viene smontata. Ma anche per disinnescare gli emendamenti già presentati da diversi parlamentari sempre al ddl di Bilancio per rinviare a dopo il voto di primavera la decisione sull’innalzamento a 67 anni, che per legge va presa entro dicembre.

Le aperture su donne e giovani. Ma per il futuro

Nell’incontro di ieri con i sindacati il governo ha aggiunto qualche dettaglio al pacchetto discusso negli ultimi giorni: sulle donne, con il possibile raddoppio dello sconto sui contributi per accedere all’Ape social per le lavoratrici con figli, e sulle pensioni dei giovani. Ma si tratta di impegni per il futuro, per il prossimo governo.

I sindacati divisi

Nell’immediato resta il salvataggio delle 15 categorie che svolgono lavori gravosi: secondo le stime del governo sono 16 mila persone, circa il 10% di quelle interessate dallo scatto a 67 anni nel 2019. Per la Cgil saranno solo 5 mila, un terzo. E già questo fa capire quanto sia distante dal governo il sindacato di Susanna Camusso, che conferma la «mobilitazione» per il 2 dicembre, con una serie di manifestazioni in tutta Italia. «Giudizio positivo», invece, dalla Cisl che con Anna Maria Furlan dice «è stato scardinata la Legge Fornero» per cui «tutti i lavoratori erano uguali». Nel mezzo la Uil di Carmelo Barbagallo: «Abbiamo fatto il massimo possibile».

Renzi, io sto con Gentiloni

Il presidente del consiglio Paolo Gentiloni parla di «pacchetto rilevante e sostenibile». E incassa il sostegno del segretario del Pd Matteo Renzi, che pure ha spinto per il rinvio della decisione sull’età a dopo il voto per le politiche: «Io sto con Gentiloni, ha fatto una proposta e uno sforzo per raggiungere l’accordo».

Istat, Pil crescerà quest’anno dell’1,5%

Proprio ieri l’Istat ha fatto sapere che quest’anno il Pil dovrebbe crescere dell’1,5%, rivedendo al rialzo le proprie stime e confermando quelle del governo. «Gli indicatori della crescita sono tornati positivi — scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio alla Confcommercio — ed è una grande occasione per l’Italia e per l’Europa».

Ma Bruxelles ci avverte sul debito pubblico

Oggi si cominciano a votare gli emendamenti sulla legge di Bilancio: si avvicina una riduzione del superticket per la Sanità e il rifinanziamento del bonus bebè. Tutti interventi che costano. Ma il vice presidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis avverte: «Il debito pubblico italiano è fonte di instabilità».

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