3 aprile 2018 - 20:12

Guerra di esposti e il Tesoro azzera
la Fondazione Banco di Napoli

Il Mef ha scelto Giovanni Mottura, presidente nazionale degli amministratori giudiziari, come commissario. Si è insediato nella mattinata di martedì

di Redazione Economia

L’archivio bancario della Fondazione Banco di Napoli L’archivio bancario della Fondazione Banco di Napoli
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Su decisione del Ministero del Tesoro è stata commissariata la Fondazione Banco di Napoli. Il commissario prescelto, che si è insediato nella mattinata di martedì, è Giovanni Mottura, presidente nazionale degli amministratori giudiziari. Il provvedimento arriva dopo mesi di conflitti interni. La decisione è stata comunicata con un’email. Il presidente della Fondazione, il docente Daniele Marrama, fuori Napoli al momento dell’arrivo del commissario, è stato avvisato al telefono dallo stesso Mottura.

La guerra interna

La nuova gestione è attesa da una serie di adempimenti: dall’approvazione del bilancio consuntivo alla ricostituzione del Consiglio generale, con la sostituzione di sei componenti tutti dimissionari; fino alla gestione delle elezioni per il rinnovo delle cariche che erano comunque in scadenza a maggio prossimo. Il commissariamento è l’epilogo di una guerra interna che va avanti da oltre un anno. Nel mirino dei tanti esposti recapitati all’organismo del Tesoro che vigila sulle fondazioni bancarie è finita la gestione del presidente Marrama accusato, da una parte del Consiglio generale di una gestione discutibile e in particolare di aver portato a termine l’acquisizione di quote in Brs (Banca Regionale di Sviluppo) senza passare per il voto del Consiglio stesso. La vicenda provocò una spaccatura all’interno del Consiglio generale con sei dissidenti (Orazio Abbamonte, Francesco Caia, Rossella Paliotto, Antonio Baselice, Donato Pessolano e Vincenzo Di Baldassarre) che hanno chiesto con una serie di esposti al Ministero la revoca del consiglio di amministrazione. Il provvedimento, di cui ha preso visione il direttore generale della Fondazione Antonio Minguzzi, ha colto di sorpresa lo stesso Marrama che contava di poter portare a termine il suo mandato, in scadenza a maggio prossimo, e che era in predicato di ricandidarsi.

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