2 marzo 2018 - 14:35

QuBì: «Il Derby di Milano per far conoscere la povertà minorile»

L’iniziativa promossa da Fondazione Cariplo e altre associazioni benefiche punta a utilizzare il momento sportivo per far emergere un problema sociale gravissimo. Obiettivo: mobilitare risorse per 25 milioni di euro in tre anni

di Redazione Economia

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Oggi, a Milano, un minore su dieci vive in una condizione di povertà assoluta. Guardando ai trend degli ultimi anni, la preoccupazione è che sia un numero in crescita. Le stime elaborate da Fondazione Cariplo dipingono una città in cui, nel 2016, le risorse per l’erogazione di contributi di sostegno al reddito hanno raggiunto i 20,8 milioni a favore di 19.181 nuclei famigliari per un totale di 54.493 persone. Le famiglie con minori raggiunte sono 9.433, per un totale di 19.703 minori.

É dalla fotografia di una situazione così angosciosa e poco nota che nasce QuBì — Quanto Basta — un programma contro la povertà infantile promosso da Fondazione Cariplo con il sostegno di Fondazione Vismara, IntesaSanpaolo, Fondazione Fiera Milano, in collaborazione con il comune di Milano e le organizzazioni del terzo settore che operano su questo fronte. Uno sforzo comune che punta a mobilizzare risorse per 25 milioni di euro nel prossimo triennio.

L’occasione sportiva per far conoscere QuBì

Per «mettere fuori gioco» la povertà minorile nasce l’iniziativa «Il Derby di Milano insieme a QuBì». In pratica in occasione del 27° turno di Serie A – in programma domenica sera presso lo stadio Giuseppe Meazza di Milano - Milan e Inter assisteranno simbolicamente al lancio del programma sul territorio. Numerosi i momenti di coinvolgimento, sul campo e sugli spalti. Alla fine del primo tempo della gara, è prevista l’esposizione di uno striscione raffigurante il logo del programma, il claim della campagna di comunicazione e l’indirizzo web del nuovo sito ufficiale dell’iniziativa, www.ricettaqubi.it. Durante l’intervallo - intorno alle ore 21.30 - verrà proiettato sui maxischermi dello stadio un video teaser di 45”, nel quale il presidente di Fondazione Cariplo - Giuseppe Guzzetti – offre una panoramica sintetica della situazione attuale. Una fotografia che restituisce la mappa della povertà nel capoluogo lombardo e che precede il piano di azione del prossimo triennio.

«Siamo felici che il mondo dello sport abbia accolto il nostro appello - dice Giuseppe Guzzetti -. Il derby di Milano è solo l’inizio. Contiamo di realizzare altre collaborazioni. Dobbiamo costruire una squadra speciale per contrastare la povertà dei bambini e delle loro famiglie. È inaccettabile che vi siano così tante persone che vivono in queste condizioni. Il mondo dello sport, dello spettacolo, della musica, della cultura possono fare molto per aiutarci a raggiungere l’obiettivo», conclude Guzzetti.

Le azioni avviate

Dal 1°gennaio 2018 è attivo il reddito di inclusione (Rei) per le persone in povertà.
Si tratta della prima misura strutturale di contrasto della povertà, la cui introduzione va sostenuta e accompagnata. Grazie all’analisi realizzata in questi mesi, è possibile ipotizzare che i potenziali beneficiari del reddito di inclusione sulla città di Milano immediatamente raggiungibili siano, guardando solo alle famiglie con minori che già ricevono un contributo, circa 6.600 nuclei. Una risposta tempestiva a queste famiglie potrebbe portare al miglioramento delle condizioni di vita per circa 12.500 minori. Il Programma QuBì, tra i suoi assi di lavoro, intende facilitare la realizzazione concreta della misura nazionale, sostenere l’amministrazione pubblica e il terzo settore nel prendere in carico i minori e le loro famiglie in condizioni di povertà e costruire opportunità e percorsi di fuoriuscita dal bisogno. Grazie al lavoro di analisi dei dati, sarà possibile anche capire quali sono le aree della città che registrano un numero più alto di potenziali beneficiari e realizzare un lavoro specifico con i servizi e con le realtà territoriali.

QuBì è già attivo e ha finanziato l’apertura del primo Emporio Caritas nel quartiere Barona, la realizzazione di due hub di raccolta e redistribuzione degli eccessi di cibo alle realtà caritative del banco alimentare che servono due zone della città. Sempre da gennaio è attivo il progetto pensato da Fondazione Ernesto Pellegrini e Spazio Aperto Servizi che guarda al cibo, ma non solo, perché ridà la possibilità, ad alcuni capofamiglia di nuclei in povertà, di reinserirsi sul mercato del lavoro e, contemporaneamente, di avere per sé e per le proprie famiglie un alloggio temporaneo.

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