16 febbraio 2018 - 22:41

Dai candidati «civici» gaffe e frasi fuori linea: l’imbarazzo nel Pd

Cerno e i grillini che «sarebbero in grado di governare». Barra bacchetta il ministro Minniti e esalta la lotta contro le trivelle e Siani apre alle possibili larghe intese

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La società civile va di moda in politica, e non da ora. Ogni partito ne ha candidato qualche esponente alle prossime elezioni. Anche il Pd non ha voluto essere da meno in questo campo. Solo che adesso i suoi dirigenti sono un po’ preoccupati per certe gaffe e talune dichiarazioni ritenute poco opportune dei rappresentanti «non politici» messi in lista.

Qualche esempio? Si comincia da Tommaso Cerno. L’ex condirettore di Repubblica, candidato al Senato a Milano, l’altra sera, ospite della trasmissione radiofonica Zapping ha detto quello che nessun esponente del Partito democratico direbbe mai. Ossia che i grillini sono in grado di governare. Eppure sia Matteo Renzi che Paolo Gentiloni o Marco Minniti si sforzano da giorni di sostenere il contrario. È il leitmotiv della campagna elettorale impostata dal Nazareno. Ecco l’affermazione di Cerno, che ha fatto sobbalzare qualcuno in casa pd, tanto più perché in questo momento i leader del Partito democratico sono impegnati in una battaglia campale contro Luigi Di Maio e compagni: «I 5 Stelle hanno tutte le capacità di governare il Paese». Questo l’esordio del giornalista. Cerno poi prosegue così: «Il problema è se vogliono governare l’Italia in qualche modo con una formula tetragonale che contiene in sé ogni risposta, in dissintonia con le complessità e con le problematiche che questo Paese mostra, in un contesto continentale che ci impone delle scelte perché siamo in ritardo di trent’anni su grandi scelte del Paese che abbiamo rinviato». Dopodiché l’ex condirettore di Repubblica torna sul tema di un eventuale esecutivo affidato ai pentastellati: «Quindi perché non dovrebbero essere in grado di governare? Io credo che molti di loro vogliano dialogare. Poi non è mai stato possibile farlo davvero». Ma Cerno non è l’unico esponente della società civile presente nelle liste del Partito democratico.

C’è anche la giornalista Francesca Barra, candidata in quel di Matera, in un collegio ritenuto a rischio. Fresca di nozze americane con l’attore Claudio Santamaria, Barra ha avviato la sua campagna ricordando la lotta contro le trivelle ed esaltandola. Peccato che non fosse quella la posizione del Partito democratico all’epoca del referendum. Anzi quello fu uno dei temi di scontro tra Renzi e il mondo della sinistra. La giornalista, però, va per conto suo, a quanto pare. L’altro ieri ha mirato in alto e ha attaccato Marco Minniti, reo di aver parlato di un eventuale governo di unità nazionale. «Il ministro mi sorprende», ha dichiarato scandalizzata Barra, accusando poi il titolare del Viminale di essere fuori linea.

Anche l’assai sobrio Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista ucciso dalla camorra, candidato fortemente voluto da Renzi, che si cimenta a Napoli nel quartiere Vomero, non sempre è d’accordo con le posizioni del Partito democratico. Del resto è un indipendente, come ci tiene sempre a precisare. E perciò se ufficialmente la linea dei dem è quella di dire «no» a un governo con Berlusconi, lui invece a domanda risponde così: «Larghe intese con Forza Italia? Su questo dobbiamo ragionare. L’interesse è per il bene del Paese. E se per il bene del Paese bisogna farlo, si farà anche questo».

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