27 gennaio 2018 - 10:35

Da Renzi a Salvini, è corsa al Senato
(che andava cancellato...)

Il segretario del Pd sarà candidato per Palazzo Madama che avrebbe dovuto ridimensionarsi se fosse passato il referendum costituzionale

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Adesso tutti vogliono andare a calcare i velluti del Senato. Ci saranno due «vecchie» conoscenze della politica come Matteo Renzi e Matteo Salvini, uno che da sempre viene chiamato«Senatùr» anche se poi ha sempre fatto (tranne una piccola parentesi all’inizio) il deputato come Umberto Bossi, new entry come l’ex amministratore delegato del Milan Adriano Galliani o il condirettore di repubblica Tommaso Cerno, una illustre consorte come Sandra Lonardo (lady Mastella). E dire che se fosse passato il referendum costituzionale del famigerato 4 dicembre 2016 oggi Palazzo Madama praticamente non esisterebbe più (nel suo valore politico), essendo ridotto ad un ritrovo periodico di consiglieri regionali e sindaci.

La scelta di Renzi

Invece no, gli italiani si sono espressi chiaramente (anche se magari, di per sè, del Senato avrebbero pure fatto a meno) e la cosiddetta Camera alta è rimasta intatta nelle sue funzioni e nella sua composizione, come vuole la Carta costituzionale. Ed è ritornata utilissima ora che è scattata la corsa a riempire le caselle nella grande battaglia per la composizione delle liste. Per accontentare tutti anche gli scranni del Senato sono utilissimi. Certo fa specie trovare in lista nomi che solo pochi mesi fa sostenevano la battaglia per il ridimensionamento (se non l’abolizione) di Palazzo Madama. A partire, ovviamente, da Matteo Renzi. Il segretario del Pd ne aveva fatto una questione di vita o di morte (e infatti, dopo la sconfitta al referendum, diede le dimissioni da premier e poi da leader dem). Oggi, per una sorta di nemesi, eccolo candidato per il Senato nel collegio di Firenze.

Elezioni 2018, Galliani lascia Mediaset e Lotito corre a Salerno. I volti del centrodestra
Adriano Galliani (FI)

La novità Salvini

Nell’Aula di Palazzo Madama il segretario avrà di che divertirsi. Perché tra gli avversari (con cui è prevedibile gli scontri saranno più accesi) troverà Matteo Salvini. Il leader leghista, infatti, salvo cambiamenti dell’ultima ora, ha scelto di imboccare la via del Senato. E con sè, pur chiarendo che il gesto è dovuto solo a «pietas», si porterà anche il fondatore del Carroccio Umberto Bossi. Ma inizierà da qui la carriera politica di personaggi che fino ad oggi hanno fatto altro. Come Adriano Galliani, uno dei collaboratori più stretti di Silvio Berlusconi, già amministratore delegato del Milano e di Mediaset Premium (da cui si è dimesso per candidarsi). O come Tommaso Cerno, nominato condirettore di Repubblica solo nell’ottobre scorso e ora pronto a tentare l’avventura senatoriale con il Pd in un collegio di Milano. O come il presidente della Lazio Claudio Lotito che potrebbe essere candidato per il polo centrista del centrodestra a Salerno. Per un motivo o per l’altro, insomma, sarà un Senato con molti volti nuovi. Se poi questo, anche in assenza della riforma, vorrà dire una nuova vita per l’aula sorda e grigia lo dirà solo il tempo.

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