10 marzo 2018 - 22:24

Dibba e i «vecchi» tutor degli eletti:
Così M5S «responsabilizza» i nuovi

Per la presidenza delle Camere si amplia la rosa dei nomi in modo da avere più opzioni

di Emanuele Buzzi

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L’attenzione mediatica venerdì a Roma era tutta per le nuove leve del Movimento, ma in realtà la pressione forte, costante negli ultimi giorni è per «i vecchi» (come qualcuno già li bolla), i deputati e senatori al secondo mandato. «Responsabilizzare chi entra in Parlamento» è il concetto chiave, il loro compito nei prossimi mesi. E in effetti all’hotel Parco dei Principi — dove si è tenuto il primo incontro dei gruppi pentastellati — sono già state spiegate alcune nozioni base (a partire dalla scelta dei collaboratori). Ma quando i circa 250 neoparlamentari sbarcheranno stabilmente a Roma verranno «affiancati». I «vecchi» faranno da coach, da tutor per i neoeletti: per loro è previsto — a quanto si apprende — un mini-orientamento su tempi, ruoli e coordinate del Parlamento. E, molto probabilmente, anche delle «indicazioni» sull’uso dei social network. «Si tratta di un passaggio naturale», dicono nel Movimento e spiegano come sia «doveroso, non solo utile, condividere l’esperienza accumulata in cinque anni».

L’ipotesi e l’impegno

A sorpresa, tra i tutor potrebbe essercene uno d’eccezione: Alessandro Di Battista. L’esponente pentastellato partirà per il suo viaggio lungo la dorsale del Pacifico — da San Francisco fino al Sud America — solo a giugno e fino ad allora, un suo ruolo all’interno del gruppo Cinque Stelle viene dato per scontato. L’ipotesi che Di Battista sia annoverato tra i «coach» è — dicono nel Movimento — «l’occasione migliore per spiegare come comunicare al meglio i nostri concetti». Una sorta di attestato di stima interno, quindi.

Il metodo «camaleonte»

Intanto, nel gruppo Cinque Stelle prosegue anche il dibattito per scegliere i nomi da indicare per la presidenza delle Camere. E il Movimento, in questo caso, potrebbe adottare «la strategia del camaleonte», ossia adattare le proprie carte a seconda della partita che i Cinque Stelle si troveranno a giocare a ridosso dell’elezione, convinti che difficilmente si uscirà dallo stallo in tempi rapidi. Ecco allora la possibilità di ampliare le rose per Camera e Senato. A Montecitorio rimangono sempre Emilio Carelli e Roberto Fico i più accreditati ma si studiano anche alternative. Il volto da proporre potrebbe essere quello di Fabiana Dadone, in prima linea su battaglie al femminile. Per Palazzo Madama, invece, Vito Crimi consolida la sua candidatura. A ridosso del senatore bresciano, però, rimangono valide le opzioni come Paola Taverna o l’ex questore Laura Bottici. Sul tavolo spuntano anche altre opzioni come Nicola Morra — accreditato tra i pentastellati di appeal istituzionale — e Gianluigi Paragone (nome che potrebbe trovare il consenso del centrodestra).

Il commento di Fico

«Adesso ognuno deve fare la sua parte, l’aspettativa è grande, ognuno ha una propria responsabilità e tutti noi sappiamo che questo è un lavoro collettivo», ribadisce a un evento a Napoli Roberto Fico.

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