20 gennaio 2018 - 10:13

Vaccini, Renzi: «Parliamone con i medici, non con Di Maio o Travaglio»

L’immunologo Burioni in un post risponde alle critiche del direttore del Fatto sul tema dell’obbligo dei vaccini: «Non basta andare in tv per essere autorevoli»

Marco Travaglio e Matteo Renzi Marco Travaglio e Matteo Renzi
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«Questo post dimostra come un medico preparato possa fare informazione corretta sostituendosi a un giornalista di parte. Il medico prende la frase di un giornalista che pensa di essere autorevole perché va sempre in tv. Ne indica la fonte. Smonta scientificamente la tesi del giornalista senza cedere mai al rischio dell’insulto o della polemica. Cita un caso concreto e specifico, di una persona di 44 anni. E rimanda a un dato ufficiale Istat per la verifica. Il medico che fa informazione si chiama Roberto Burioni. Il giornalista che fa disinformazione si chiama Marco Travaglio». Così sul suo profilo Facebook il segretario Pd, Matteo Renzi, che aggiunge: «Un pensierino finale: vorrei che la campagna elettorale non fosse sui vaccini. Perché la salute dei nostri figli viene prima dell’elezione di un deputato. Ma se la Lega e il Movimento Cinque Stelle continuano a dire che loro cambieranno la legge sulla obbligatorietà dei vaccini, il Pd ripete con forza che noi siamo dalla parte della scienza e della medicina. Quando parliamo della salute dei figli ne parliamo con i dottori, non con Di Maio o Salvini».

La questione morbillo

La polemica ha sullo sfondo lo scontro tra il direttore del Fatto e la ministra Lorenzin. A eccezione del Veneto, prima dell’approvazione della legge 119 del 2017 i vaccini erano obbligatori. Erano quattro e non dieci ma, non essendoci l’obbligo (come è stato fino al 1999) di presentare a scuola il certificato vaccinale e non essendo applicate le sanzioni era un obbligo sul cui adempimento, si poteva soprassedere perché non c’erano gli strumenti per farlo rispettare. Travaglio contesta che oggi dieci vaccinazioni siano invece «imposte dall’alto e che non esistono eguali in Paesi molto progrediti dell’Europa». Questo per scelta di un Parlamento «che dovrebbe andare a casa». Pur precisando di essere stato vaccinato da bambino contro il morbillo, Travaglio contesta il valore dato alla sua pericolosità. Da qui lo scontro, poiché il morbillo, per esempio, è considerato una malattia importante che può avere complicanze anche molto gravi.

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