3 marzo 2018 - 23:04

I timori su chi diserterà le urne. Le schede sbagliate sono un caso

Seggi aperti dalle 7 alle 23. In Trentino-Alto Adige, a Palermo e Mantova errori su nomi e simboli. Disagi nei trasporti per i tanti autisti-scrutatori. Berlusconi a Napoli e Grillo sul blog rompono il silenzio

di Dino Martirano

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Oggi si vota dalle 7 alle 23 per eleggere il Parlamento della XVIII legislatura, nel Lazio e in Lombardia si rinnovano anche i consigli regionali. Gli italiani chiamati alle urne sono 46 milioni 604.925 ma molti di loro — forse più di 1 su 4, è il timore dei leader di tutti i partiti — resteranno a casa. Il progressivo allontanamento dal voto è iniziato nel 1979 e non si è mai arrestato. Alle politiche del 1948, gli astenuti furono «solo» 2.261.813 (votò il 92,2%). Nel ‘53 l’affluenza risalì al 93,8% e così avanti fino al ‘76 (93,4%). Ma le elezioni anticipate del ‘79, che misero fine alla stagione della solidarietà nazionale, videro il primo arretramento dei votanti che scesero al 90,2%. Ben altre cifre, poi, si sono registrate nel nuovo secolo, fino al dato più basso del 2013 (75,2%).

Berlusconi a Napoli

E forse è dovuta al timore dell’astensionismo la rottura del silenzio elettorale da parte di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, accompagnato dalla fidanzata Francesca Pascale, è arrivato a Napoli per una visita al Cristo Velato e una puntata a San Gregorio Armeno. Con i fans, Berlusconi ha giocato la sua carta preferita: il taglio delle tasse. Ha parlato anche Emanuele Filiberto di Savoia che ha proclamato la simpatia dei monarchici per Antonio Tajani. I grillini si sono mossi come al solito su Youtube con un clip di propaganda di tre minuti, dopo che Beppe Grillo aveva attaccato sul suo blog Lega e Sinistra.

Boom scrutatori dell’Atac

Nel sabato del silenzio ha lavorato a pieno ritmo la macchina del Viminale che ha insediato 61.552 sezioni elettorali. Un po’ ovunque è scattato il solito imboscamento dei presidenti di seggio precettati dalle Corti d’Appello: solo a Ostia in 40 non si sono presentati ai seggi e in tutta Roma gli assenti sarebbero alcune centinaia. Sempre, a Roma c’è stato il boom degli scrutatori dell’Atac che ha concesso il permesso a 1000 dipendenti con il conseguente taglio delle corse. La stessa fuga dai turni si è verificata a Venezia con i dipendenti dell’Actv. Problemi di diversa natura a Mantova dove sulle schede delle regionali appare il simbolo nazionale del Pd senza alcun riferimento al candidato Giorgio Gori. Possibile una ristampa delle schede. A Palermo, invece, in alcuni seggi sono state consegnate schede del Senato del collegio di Bagheria: 200 mila saranno ristampate. In Trentino Alto Adige, infine, già ristampate un milione di schede per il Senato perché mancava una lettera nel cognome di uno dei candidati.

L’Osce in azione

Il Viminale informa che già dopo la mezzanotte inizieranno a prendere forma i dati sui quattro blocchi politici in lizza e quelli sulle sfide nel maggioritario. Ma per conoscere il riparto dei voti tra le liste coalizzate e i nomi degli eletti nel proporzionale l’attesa sarà lunga. In un albergo di Roma, intanto, sono arrivati 36 osservatori dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, il cui presidente di turno è il ministro degli Esteri, Angelino Alfano) che monitoreranno le operazioni di voto. I «caschi blu» dell’Osce, guidati dalla parlamentare svedese Margareta Cederfelt, sono abituati ad altri scenari (il 18 marzo si trasferiranno in Russia per le presidenziali e poi, ad aprile voleranno a Baku in Azerbaijan). Negli incontri riservati avuti a Roma con funzionari, politici, giornalisti hanno fatto molte domande: tra le altre, quelle sui media, sulla comprensione da parte dell’elettore del sistema di voto, sulla possibile influenza delle organizzazioni mafiose sulle elezioni.

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