5 marzo 2018 - 11:01

Di Maio: «Noi verso il governo. Aperti al confronto con tutti». Grillo: «Renzi e il Pd? Biodegradati»

Il candidato premier dei Cinque Stelle commenta i risultati, dopo aver ringraziato su Facebook i suoi elettori. Di Maio ha ottenuto un plebiscito nel collegio dell'uninominale per la Camera ad Acerra, im Campania. Trionfo dei Cinque Stelle in tutto il Sud

di Valentina Santarpia ed Emanuele Buzzi

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«È una bella giornata, nonostante la pioggia»: esulta Luigi Di Maio mentre poco dopo le 10 esce dalla sua abitazione a Roma dopo il trionfo del Movimento 5 Stelle, primo partito in Italia con oltre il 30% delle preferenze degli elettori. «È un dato storico ed è stata un’emozione indescrivibile», ha aggiunto salendo sull’auto bianca venuta a prenderlo. Poco più tardi, mentre il cofondatore del Movimento, Beppe Grillo, affida all'agenzia AdnKronos un commento beffardo nei confronti di Matteo Renzi e del Pd («Lo abbiamo biodegradato»), Di Maio posta su Facebook l’immagine della vittoria - il suo abbraccio proprio a Grillo, sotto gli occhi di Di Battista e di Davide Casaleggio — e si avvia alla conferenza stampa, dove definisce i pentastellati «i vincitori assoluti di queste elezioni»: «Il risultato ci proietta inevitabilmente verso il governo del Paese». Grillo poi ritorna sul trionfo in serata, ringraziando gli italiani per avere capito che «i nostri candidati non sono uno spot, si poteva capire anche senza la coscienza del dopo, l’unica a valere nei Talk Show». E lanciando una frecciata ai media: «È sconcertante come siano volubili. La definizione di una squadra di governo che ci impegnasse da subito, sia per la qualità che per il modo di vedere di futuro, non viene più derisa... Anzi, si sente parlare di una mossa geniale, adesso che abbiamo vinto» .

«Aperti al confronto con tutti»

Di Maio, durante la conferenza, spiega che il Movimento è «aperto al confronto con tutti», a partire dall'«individuazione delle figure di garanzia che vorremmo» alla guida delle due Camere». Quello dell'elezione dei presidenti di Camera e Senato è un passaggio decisivo, che prenderà il via solo dal 23 marzo; solo al termine di questo passaggio, il presidente della Repubblica Mattarella darà il via alle consultazioni con le forze politiche e affiderà il mandato di cercare una maggioranza in grado di sostenere un nuovo governo.

Un successo che viene dal Sud

Quello del Movimento è un successo che viene dal Sud: cappotto nelle isole, percentuali bulgare in Campania e risultati da primo partito in tutto il Meridione. La chiave delle percentuali dei Cinque Stelle è da ricercare tutta dalla capitale al tacco d’Italia. Con lo spoglio dei voti che procede verso la fine (e con il Movimento che viene ancora dato orientativamente tra il 32 e il 33% su base nazionale), quello che emerge è il consenso che i pentastellati sono riusciti a raccogliere nel Sud d’Italia. In Sardegna i Cinque Stelle sono al 42% e conquistano tutti i collegi uninominali sia per la Camera sia per il Senato. Tra i risultati spicca la vittoria del velista Andrea Mura che ha sconfitto l’ex governatore Ugo Cappellacci. In Sicilia il Movimento eguaglia il 61 a 0 del centrodestra del 2001. «Siamo la prima forza politica dell’isola con quasi il 50% dei voti. Abbiamo confezionato un bel cappotto agli avversari: 28 a 0», commenta Giancarlo Cancelleri, che alle Regionali di novembre si è piazzato alle spalle di Nello Musumeci. In Puglia e Calabria il Movimento sfiora l’en-plein perdendo (secondo i dati provvisori) in entrambi i casi in un solo collegio.

Nel Lazio

Trend positivo anche nel Lazio, nonostante le vicende legate alla giunta Raggi, i Cinque Stelle al momento superano il 31% dei consensi. E anche nel resto del centro Italia le percentuali sono da primo partito. Nelle Marche il ministro dell’Interno Marco Minniti viene superato da Andrea Cecconi, uno dei pentastellati finiti al centro del caso scontrini. E proprio gli “espulsi” della campagna elettorale rischiano di essere un piccolo neo nella vittoria. Eletti Catello Vitiello, Antonio Tasso, Maurizio Buccarella e Salvatore Caiata. Gregorio De Falco, invece, arranca nella Livorno del sindaco Nogarin e potrebbe venire sconfitto all’uninominale (è candidato capolista anche al proporzionale e sarà senatore in ogni caso). Ma il vero tallone d’Achille del Movimento rimane il Nord, in particolare la Lombardia dove in alcune aree e collegi i Cinque Stelle sono su percentuali tra il 15 e il 20%. In compenso però riescono a far eleggere la prima donna valdostana in Parlamento: Elisa Tripodi, consulente aziendale. «Guardando la distribuzione del voto emerge un Paese spaccato in due, un segnale di cui il prossimo governo dovrà tener conto».

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