1 marzo 2018 - 09:05

Ministri 5 stelle, «Andrea Roventini al Tesoro»: l’annuncio di Di Maio | Tutti i nomi del governo 5 Stelle

Il candidato premier M5S annuncia anche i nomi dei (futuri) responsabili di Istruzione e Sanità. Boldrini: «Truman show». Delrio: «Solo cabaret». Renzi: «Marketing elettorale»

di Cesare Zapperi

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Il ministro del Tesoro che il M5S propone è Andrea Roventini, professore alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Lo annuncia il capo politico M5S Luigi Di Maio a Unomattina. «Roventini ha l’età di Macron ma già scrive con un premio Nobel che è Stiglitz, con lui torneremo a fare politica espansiva», spiega Di Maio. «Io ho voluto mantenere una promessa agli italiani, cui ho promesso che il M5S avrebbe presentato una squadra di governo prima delle elezioni.

Ministri 5 stelle, tutti i nomi: da Giuliano a Bartolazzi, da Tridico a Fioravanti
Emanuela Del Re|Esteri


Ho mantenuto la promessa: oggi presenterò tutta la squadra di governo con i ministri». In tarda mattinata sono emersi altri nomi: quelli di Salvatore Giuliano e Armando Bertolazzi che sono stati scelti dal M5S per il ministero dell’Istruzione e per quello della Sanità. I due sono stati ospiti con Luigi Di Maio a L’Aria che tira, su La7. Giuliano, soprannominato il «preside 2.0», ha incontrato, accogliendolo nella scuola da lui diretta, Luigi Di Maio il 9 febbraio scorso, è dirigente scolastico dell’istituto Majorana ed è stato per un periodo nello staff dell’allora ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Bertolazzi è un medico patologo che lavora all’ospedale universitario romano Sant’Andrea .

Le critiche degli avversari

Ma subito piovono le critiche degli avversari. «Di Maio si autoproclama premier, poi nomina i ministri e chiede di poter inviare la lista al Quirinale. Fa tutto da solo, vive in una realtà parallela. È il Truman Show». Così la Presidente della Camera e candidata di LeU Laura Boldrini a Rtl 102.5. E il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio è tranchant: «È tutto cabaret». E Matteo Renzi: «Quelli di M5s sono stati molto bravi a fare un’operazione di marketing, perché avevano fatto uno scivolone. Hanno candidato delle persone che loro stessi hanno detto di essere impresentabili».

Il programma

No alle privatizzazioni, ma largo a crescita e investimenti come leva per abbattere il debito. E subito un Def rigoroso. Questo il piano di Andrea Roventini. Intervistato dal Sole 24 Ore spiega che «l’importante è presentarsi al tavolo europeo con proposte credibili. Nel nostro Def non ci sarà spazio per idee bizzarre o utopistiche ma porremo maggiore attenzione al tema della crescita e degli investimenti pubblici, mantenendo l’equilibrio dei conti». «Il rapporto debito/Pil non è mai calato agendo solo sul numeratore. In Europa, abbiamo avuto esempi disastrosi, come Grecia e Finlandia. Studi teorici ed empirici dimostrano che le politiche di austerità sono auto-distruttive. Il debito - afferma - va tenuto sotto controllo, ma è ora di rilanciare la crescita. In ogni caso si possono fare tagli mirati alla spesa realizzando il piano Cottarelli e tagliando agevolazioni fiscali improduttive». Il M5S promette riforma dell’Irpef e riduzione dell’Irap, con una revisione delle tax expenditures, una ricetta complicata, «proveremo ad attuarla noi. E taglieremo i trasferimenti improduttivi alle imprese individuati nel rapporto Giavazzi. Non capisco perché anche questo piano è finito nel cassetto. In ogni caso, una mia priorità assoluta sarà una riforma fiscale basata sull’equità. C’è troppa disuguaglianza, dannosa per crescita e stabilità».

Chi è

«Roventini ha già portato avanti tre progetti con la commissione Ue per rivedere i parametri economici e quelli deficit/Pil», spiega Di Maio che sottolinea: «In Italia servono risorse fresche, con basta austerity e politiche espansive, su cui io e Roventini siamo in perfetta sintonia». La notizia di Roventini come ministro del futuro governo M5S è stata anticipata, tra l’altro, dal Sole 24 Ore questa mattina. Docente presso la Scuola superiore S. Anna, 40 anni, Roventini fu tra i partecipanti del convegno organizzato dal M5S «Lo Stato innovatore». Su twitter si descrive, nel suo profilo, come «keynesiano eretico», pubblica lavori sul Journal of Evolutionary Economics e, recentemente è tra i co-autori, assieme a Joseph Stiglitz di un lavoro dal titolo «Rational Heuristics? Expetations and Behaviors od evolving economies with Heteregeneous interacting agent». «Ho un enorme stima di lui, come amico e come collega. Il mio giudizio su di lui è incondizionatamente positivo, è un’ottima scelta». Lo afferma l’economista Giovanni Dosi, fino a poche settimane fa direttore della Scuola Superiore S. Anna e vincitore del cosiddetto «nobel del management». «Il suo è un approccio keynesiano espansivo, è un amico dell’innovazione», spiega Dosi che è stato uno dei mentori accademici di Roventini.

Il dopo Draghi

Il dopo Draghi? «Avere un italiano al vertice della Bce — spiega Di Maio — è garanzia di equilibrio nei rapporti con la Ue sbilanciata verso Francia e Germania. Mi auguro che ci sarà ancora una leadership italiana della Banca centrale europea. In questo momento serve una visione di cambiamento della Ue. Dobbiamo restare nell’ Unione monetaria e nella Ue e ridiscutere i trattati che stanno distruggendo la nostra economia e agricoltura». Perché il M5s sul restare nell’unione monetaria ha cambiato idea? «Oggi ci sono più spiragli per rappresentare l’Italia. L’Italia questa partita non l’ha mai giocata. Cominciamo a giocarla questa partita», risponde Di Maio al conduttore.

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