16 febbraio 2018 - 11:27

#Italia18, De Girolamo: «Tajani premier? No, Berlusconi fa sorprese» Bonelli: «Vedo bene un Gentiloni bis»

«Sulla mia esclusione in Campania non perdono: ho un libro nero, ci vediamo dopo il voto» dice la capolista di Forza Italia alla Camera nel collegio Bologna-Imola . «Senza maggioranza l’unica strada è un governo del Presidente» dice il coordinatore dei Verdi

di Carlotta De Leo

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«Verrò qui con tortellini per festeggiare la mia elezione a Bologna.E con un libro nero dove ho segnato i nomi di amici e amiche di avventura. I problemi della mia candidatura saltata in Campania? Non perdono. Il confronto è rimandato a dopo le elezioni». Nunzia De Girolamo non nasconde il malcontento per l’affaire liste elettorali nella sua regione d’origine che l’hanno portata a candidarsi alla Camera nel collegio Bologna-Imola: «Ora vivo lì per ascoltare i bisogni della gente» dice. Con lei, nel duello di #Italia18, c’è Angelo Bonelli, coordinatore dei Verdi e candidato di «Insieme» (lista in campo con il Pd) candidato all’uninominale per il Senato di Pesaro e Urbino : «Se dalle urne non uscisse un vintore chiaro, come pare anche oggi dagli ultimi sondaggi, l’ultima strada è un governo del Presidente».

Niente accordi Pd-Forza Italia

Dagli ultimi sondaggi, infatti, emerge l’assenza di una maggioranza. Cosa fare, quindi, dopo il voto? Entrambi gli esponenti escludono un accordo bipartisan tra Forza Italia e il Pd. «L’unica strada - spiega Bonelli - è superare questa legge elettorale brutta e verificare le condizioni per governare il Paese su alcuni punti programmatici come quello del lavoro, o dell’ecologia un tema che è stato espulso da questa campagna elettorale. In altre parole, secondo me sarebbe opportuno un governo di scopo del Presidente per arrivare a una nuova legge elettorale ». Con Berlusconi in maggioranza? «Sarebbe molto complicato» ribatte Bonelli. E De Girolamo aggiunge: « Dai sondaggi si vede che alla nostra coalizione mancano solo 21 parlamentari per governare. Io mi auguro che i cittadini diligenti ci affidino la maggioranza del Paese. E se così non fosse Io preferirei comunque tonare al voto con una legge. Un nuovo matrimonio col Pd? No, si chiama igiene politica. L’Italia ci chiede questo».

Macerata e il problema immigrazione

Bonelli è uno dei pochi esponenti politici a essere andato a trovare i feriti nel raid xenofobo di Macerata. «Era un atto dovuto verso quelle persone la cui unica colpa è di avere la pelle nera. I vertici del Pd hanno sbagliato a non fare lo stesso - ammette il coordinatore dei Verdi — . Loro non sono andati perché il clima del Paese è complesso. Il problema degli italiani in questo momento non sono i migranti ma il lavoro e la scarsa giustizia sociale». «Dire che non c’è un problema di immigrazione è riduttivo - ribatte De Girolamo - C’è un problema migranti che il Partito democratico non ha saputo gestire. Non abbiamo saputo far valere le nostre ragioni in Europa».

Ministro dell’Interno: Salvini o Minniti?

Eppure Forza Italia ha votato il Piano Minniti?«Sì, perché riprendeva il Piano Berlusconi di accordi con paesi di origine. È solo un pò tardivo». E chi vede come ministro dell’Interno?«Mi piacerebbe uno come Salvini, più che uno come Minniti». L’affermazione fa sobbalzare Bonelli: «Ecco, è chiaro che dobbiamo costruire un argine perché avere Salvini come ministro dell’Interno sarebbe il problema dei problemi - dice -. Ciò non toglie che la sicurezza sia un tema che va affrontato, ma non è vera l’equazione migranti uguale delinquenza. Anche perché ricordo che in passato Berlusconi ha fatto una sanatoria per un milione di immigrati. «Erano badanti e colf che badavano alle nostre famiglie e regolarmente avevano un lavoro» ribatte De Girolamo.

De Girolamo: «Tajani premier? No»

Berlusconi ha delineato l’identikit del nuovo premier se Forza Italia dovesse vincere le elezioni. Sarà Tajani? «Non ho la bacchetta magica, ma se conosco Berlusconi tirerà fuori qualche sorpresa. Ovviamente io vorrei vedere lui a capo del governo. Ma secondo me non sarà Tajani che ha sempre ribadito di voler rimanere in Europa dove ha un ruolo importantissimo».

Bonelli: «Un Gentiloni bis? Potrebbe continuare il lavoro»

E Bonelli come vede l’ipotesi di un Gentiloni bis?«Intanto dobbiamo arrivare al 5 marzo. In questa campagna elettorale si è partito poco di contenuti, a parte balle spaziali senza copertura economica. Io sono convinto che Gentiloni potrebbe continuare un lavoro. Il problema è che 15 giorni sono fondamentali per rilanciare le nostre proposte per rilanciare il Paese». E parlando, per l’appunto, di proposte, Bonelli mette al primo posto l’innovazione: «L’auto elettrica, per esempio: dal 2025 metà della produzione mondiale sarà senza benzina. Dobbiamo ridurre il ritardo nei confronti degli altri paesi europei che stanno correndo e correggere le politiche ambientale. Il Pd farà meglio a seguire noi Verdi in ambito di energia». «L’innovazione fondamentale anche in Emilia Romagna- concorda De Girolamo - E poi penso allo sviluppo del Meridione con una decontribuzione di sei anni per chi investe».

I Cinque Stelle e il caso dei rimborsi

I due candidati si confrontano poi sul caso dei rimborsi che sta scuotendo i Cinque Stelle: «Questo dibattito non mi appassiona- dice De Girolamo — Erano giustizialisti fin quando non hanno avuto problemi giudiziari. E ora scopriamo che ci sono anche i furbetti del bonifico. Ma la gente è edotta e attaccare su questi fatti non è produttivo». «Mi limito a una notazione di merito - aggiunge Bonelli - I Cinque Stelle hanno usato il taglio delle indennità parlamentari, e non dell’intero stipendio, come uno strumento di propaganda per dire che erano diversi. Io sono stato parlamentare per due anni, dal 2006 al 2008. Non solo io, ma tutti i Verdi versavamo complessivamente il 40% per finanziare attività del mondo associativo e le vertenze legali in difesa del territorio. Ebbene, noi non abbiamo mai fatto di questo uno strumento di propaganda. Era in statuto e lo facevamo perché era giusto - spiega il coordinatore dei Verdi - . Ora il problema è che loro dovranno rendere conto agli elettori che diranno se si sono sentiti beffati o meno».

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