11 marzo 2018 - 12:06

Lega, Salvini: «Non smanio per essere premier, lo prendo come un servizio»

Il leader della Lega si dice «a disposizione», ma chiarisce ancora una volta di non essere disponibile a «pateracchi o minestroni»

di Valentina Santarpia

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Dopo il post su Facebook del leader dei Cinque Stelle, parla anche l’altro vincitore delle elezioni di domenica scorsa. Segnali di avvicinamento? «Non sto smaniando per diventare premier- dice Matteo Salvini alla scuola di formazione politica della Lega- Non penso che o faccio il presidente del consiglio o sono finito. Sono a disposizione, lo prendo come un servizio. Ma non se bisogna inventarsi pateracchi o minestroni». Perché, ribadisce il leader della Lega, «se c’è chi pensa che il voto di domenica sia stato un incidente di percorso ha sbagliato a capire». Quindi, no a strane alleanze o a dialoghi aperti. Intanto, «il percorso della Lega mi sembra chiaro», spiega Salvini a chi gli chiede come proseguirà il percorso del partito: «Prima viene la possibilità di andare al governo per passare dalle parole ai fatti e poi la Lega farà i suoi e passaggi che deve fare: sì, ci sarà un congresso», conferma.

Sette giorni dopo il voto
La sfida a due

Presidenze delle Camere? A Lega e M5S

Sule presidenze delle Camere, Salvini invece apre ai Cinque Stelle e sembra avvalorare le ipotesi fatte in questi giorni, che spartiscono le due poltrone tra centrodestra e grillini: «Penso che fare il contrario di quello che gli italiani hanno scelto la settimana scorsa sarebbe una follia, e ci sono due forze politiche che hanno vinto le elezioni, non è difficile capire con chi si ragionerà». Per ora i rumors danno come possibile presidente del Senato Paolo Romani, che in realtà è di Forza Italia, se nascesse un governo a guida Salvini. Male parole del segretario della Lega fanno intuire anche un altro scenario: se lui rinunciasse ad essere primo ministro, cedendo ad esempio il passo ad una figura più neutrale, allora la presidenza del Senato potrebbe essere proprio targata Lega e quella di Montecitorio Cinque Stelle.

Il programma

Il punto fermo comunque, come per Di Maio, resta il programma. «Sugli impegni elettorali e sul programma non si sgarra. Se potremo attuare» quello che abbiamo detto durante la campagna elettorale «e che ci ha portato 12 milioni di voti, mi impegno non per 5 ma per 10 anni». «Il primo dato economico su cui vorrei essere giudicato è il numero dei bambini che nascono» e non quello sul rapporto deficit/Pil. È questo, ha sottolineato, «il primo indicatore economico del benessere di un paese».

L’ultimo giorno da eurodeputato

Lunedì Salvini sarà «per l’ultima volta» a Strasburgo da eurodeputato, dove ci sarebbero «facce scure» per l’esito delle elezioni italiane. «I vincoli Ue? Se ci aiutiamo a cresce li rispettiamo, altrimenti per me quei vincoli valgono zero, prima vengono gli italiani», ha ribadito il segretario. Ha poi scherzato sul fatto che adesso è «senatore della Calabria».

Il no a Fazio

«Ho il dovere di dialogare con tutti e non serbare rancore. Ma mi sono tolto la soddisfazione di dire di no. Stasera, stranamente dopo le elezioni, sono stato invitato in tv da Fazio gli detto `no grazie, faccio altro´».

Le Olimpiadi

«Grillo sulle Olimpiadi ha cambiato leggermente parere, a Roma non andava bene ma a Torino sì- ha sottolineato Salvini- Noi, da forza di governo, ne parleremo, perché tutto quello che porta l’Italia a crescere è per noi ok. Ovviamente nel rispetto del territorio».

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