M5S, alta tensione sui rimborsi fra Giulia Sarti e l’ex fidanzato
La parlamentare: «E’ stato lui a non versare i soldi». La replica: «Ho registrato anche le telefonate, vado dritto in procura»
«Vedremo come va a finire. Perché la verità è tutta un’altra». La versione di Bogdan. O forse di Andrea, se preferite utilizzare il nome con cui si presenta anche sui social. Comunque lo si voglia chiamare, è l’ex fidanzato, nonché collaboratore, di Giulia Sarti, la deputata 5 Stelle coinvolta, con altri colleghi, nel caso rimborsi del Movimento. Il caso Sarti è noto. All’appello mancano 23 mila euro: soldi che la deputata dichiarò di aver «restituito», come da prassi per gli eletti del Movimento che girano parte dei loro compensi a un fondo per le piccole e medie imprese; ma che a questo fondo non sono mai arrivati. I bonifici erano «falsi». Colpa di Bogdan «Andrea» Tibusche, accusa Sarti, che ha denunciato l’ex fidanzato. L’accusa: è stato lui ad aver sottratto migliaia di euro dalle restituzioni.
Bogdan Tibusche — nato in Romania, classe 1981, sui social risponde al profilo di Andrea De Girolamo e cura il sito di informazione, pro 5 Stelle, Social Tv Network — nega ogni accusa. E rilancia: «Io ho un brutto vizio: registrare tutto e pure le telefonate». «Vado dritto in Procura», assicura a chi su Facebook gli chiede del caso Sarti: «Usciranno diverse conversazioni e forse non vi conviene esporvi ora». E ancora: «Vedrai che fine fa la querela, vedrai i messaggi e le email». Giulia Sarti aveva raccontato, sporgendo denuncia, di essere stata con Tibusche per circa 4 anni e di convivere tuttora con lui «anche se non ci vediamo da dicembre»: «Si occupava con il mio consenso della gestione della contabilità», si legge nella denuncia riportata dall’Ansa. «Martedì sera ho fatto un controllo puntuale e mi sono resa conto che non erano stati eseguiti alcuni bonifici». Sarti ha saldato adesso i 23 mila euro: «Bogdan mi aveva avvisato che non avrebbe fatto i versamenti in maniera puntuale» e che quei soldi «gli servivano urgentemente per curarsi ma ero convinta che avrebbe fatto i versamenti in un secondo momento».
«Bogdan è arrivato nell’aprile del 2013, presentandosi come Andrea, dopo il caso delle mail hackerate a Giulia Sarti. È un esperto di sicurezza informatica e a chiamarlo fu il parlamentare M5S Angelo Tofalo, di Salerno come lui. Poi cominciò a occuparsi della comunicazione», racconta Lorenzo Andraghetti, che oggi scrive per Lettera43 ma fu collaboratore di Sarti in Parlamento fino a giugno, fino a che non subentrò Tibusche. Intanto Di Maio rassicura: «Michele Ainis ci ha spiegato che i candidati possono rinunciare alla proclamazione». E il Movimento chiederà di rinunciare non solo ai candidati che si sono rivelati massoni, denunciati per danno di immagine al M5S, ma anche a quanti non hanno restituito i soldi. Intanto Maurizio Buccarella, anche lui convolto nel caso rimborsi, ammette: «Mi sono reso conto che la regola sui compensi non era adeguata alle esigenze di chi appartiene a una categoria professionale come la mia», l’avvocato, «con costi e responsabilità che permangono nel corso del mandato». Renzi attacca: «È il partito degli ex onesti». Salvini no: «Non faccio campagna elettorale sulle disgrazie altrui».
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