Il caso
Orlando: «Minacciato dai fascisti dopo la visita agli immigrati feriti»
Il ministro della Giustizia racconta dei messaggi ricevuti dopo l’incontro con le persone di colore colpiti a Macerata da Traini. Poi l’attacco a Berlusconi e Salvini: irresponsabili
«Ho ricevuto minacce, nei miei confronti e nei confronti della mia famiglia, ma per fortuna sono stato cresciuto da comandanti partigiani che mi hanno sempre insegnato che i fascisti non vanno tenuti in considerazione perché al momento buono sono sempre scappati. Non mi fanno paura». Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervistato su Radio Capital svela le minacce ricevute dopo aver visitato, all’ospedale di Macerata, gli immigrati feriti a colpi di pistola dalla furia xenofoba di Luca Traini, che voleva vendicarsi per la morte di Pamela Mastropietro.
L’attacco a Berlusconi e Salvini: «Irresponsabili»
«Dire che siccome Traini ha sparato bisogna mandare a casa 600mila persone è un modo di ragionare che disonora la nostra costituzione», attacca poi il ministro ed esponente della sinistra Pd, riferendosi all’annuncio fatto da Berlusconi nei giorni scorsi, riguardo la volontà di rimpatriare 600 mila immigrati clandestini. Berlusconi e Salvini «si qualificano per quello che sono, degli irresponsabili — aggiunge poi Orlando — dare una forma di giustificazione a un comportamento criminale e terroristico è un modo per sdoganarlo e dargli un valore politico, è un rischio enorme». Il ministro della Giustizia ha poi spiegato che mercoledì «non è stato possibile incontrare» la famiglia di Pamela Mastropietro: «Ho sentito telefonicamente lo zio della ragazza, che è anche legale della famiglia, che mi ha ringraziato di averlo cercato, penso ci vedremo nei prossimi giorni». E poi: «Vi è ipocrisia: ci si muove per lo sdegno di questa vicenda ma poi chi si dice sdegnato si approfitta e diffonde particolari sulla vita della ragazza. Raccolgo l’appello dello zio che chiede pietas sulla ragazza rispetto a ricostruzioni che non hanno nulla a che vedere con la vicenda», ha concluso Orlando.
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