23 gennaio 2018 - 11:32

Salvini si smarca da Berlusconi: «Se il 3% ci danneggia, per noi non esiste»
Padoan: «Timori Ecofin per il voto»

Il segretario della Lega critica il limite del rapporto deficit/Pil su cui Berlusconi aveva rassicurato i vertici del Ppe. «No a governi con il centrosinistra imposti dalla Ue»

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«Il numerino 3, se danneggia il risparmio, le famiglie e il lavoro, per noi non esiste». Lo ha detto Matteo Salvini, criticando il limite del rapporto deficit/Pil imposto dall’Europa, su cui Silvio Berlusconi aveva rassicurato ieri a Bruxelles i vertici del Ppe. «Abbiamo presentato il nostro programma: la cosa importante è la nostra volontà di rispettare la regola del 3% del deficit», aveva detto il leader di Forza Italia dopo l’incontro con il segretario generale del Partito Popolare europeo. Ma oggi arriva lo stop del segretario della Lega: «Se ci sono vincoli di bilancio o regolamenti europei che danneggiano le imprese e le famiglie italiane, per noi non esistono», ha detto in conferenza stampa a Montecitorio, durante la presentazione delle candidature di Claudio Borghi (responsabile economico della Lega, che si contenderà il collegio a Siena con Padoan) e Alberto Bagnai (docente universitario e animatore di blog e autore del libro «Il tramonto dell’Euro»), che correranno per il Carroccio alle elezioni politiche del 4 marzo.

Europa

Salvini ha però escluso rotture con il partito di Berlusconi. A chi gli chiedeva se le sue posizioni non fossero distanti da quelle dell’alleato su Ue e moneta unica, l’europarlamentare ha ricordato il punto 3 del programma del centrodestra, «accettato e firmato da tutti»: «C’è scritto meno vincoli dall’Europa, no a politiche di austerità, revisione dei trattati europei e prevalenza della Costituzione italiana sul diritto comunitario. non credo ci sia altro da aggiungere». E ha ribadito che la Lega è «disposta a tutto per difendere l’interesse nazionale»: «I vincoli europei sono una gabbia, noi vogliamo aprirla e se ci riusciremo con l’accordo di tutti saremo felicissimi. Se fossimo invece sotto ricatto, per noi verrà prima l’interesse nazionale. Per difendere gli italiani siamo disposti a disattendere anche le regole dell’euro».

L’euro

Sull’euro, ancora una volta il leader del Carroccio ha ribadito: «Non abbiamo cambiato né cambieremo mai idea: è un esperimento fallito». Ecco perché Salvini vuole mandare avanti un economista no-euro come Bagnai, che potrebbe essere l’artefice di un’eventuale revisione della moneta unica. «Noi per difendere il lavoro e il risparmio degli italiani non neghiamo a priori nessuna possibilità. Un paese che non controlla la sua moneta non è un paese completamente libero», ha aggiunto Salvini. E la chiosa: «C’è un partito che si chiama +Europa, se non fossimo la Lega noi ci chiameremmo invece +Italia. Chiamarsi +Europa oggi significa allungare la fiaschetta di whisky a un alcolista». «Spiegheremo a Salvini che più Europa significa più Italia», scrive Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, promotore di +Europa con Emma Bonino.

Ecofin preoccupato

Toni che non possono passare inosservati in Europa, dove il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, al termine dell’Ecofin, racconta di «colleghi preoccupati che in Italia ci possa essere un’interruzione verso la stabilità e la crescita». I ministri sono al corrente che è previsto uno scenario d’incertezza». E sulla flat tax - l’aliquota fiscale unica proposta dal centrodestra - proposta da Berlusconi, il ministro la definisce «una di quelle proposte che chiamo bacchette magiche o fatine blu, perché sono miracolose, spesso divertenti da ascoltare». Ma quando si abbassa una tassa «ci vuole una copertura e quindi si deve mettere sul piatto una copertura».

«No a governi col centrosinistra»

Salvini ha poi sottolineato, rispondendo ai giornalisti alla Camera, che «non c’è ancora un accordo nel Lazio per un candidato del centrodestra», anche se il nome che circola al momento è quello di Stefano Parisi. Mentre ha escluso categoricamente «un governo con il centrosinistra imposto dalla Ue»: «Chi vota Lega fa una scelta chiara».

Le critiche

Su Salvini che va dritto contro l’Unione europea piovono critiche, soprattutto via social, da sinistra: «#inaffidabili», twitta il ministro Maurizio Martina, vicesegretario Pd: «Berlusconi in Europa: rispetteremo la regola del 3% del deficit. Salvini in Italia: 3% per noi non esiste. Credibilità e coerenza dove sono? #inaffidabili». E Roberto Giachetti (Pd), vicepresidente alla Camera: «Berlusconi rassicura l’Europa sul rispetto del 3% e Salvini subito lo smentisce. Fintamente uniti si può vincere, ma non governare. #inganni».

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