3 febbraio 2018 - 14:39

Sparatoria Macerata, Salvini: «Colpa di chi ci ha riempito di clandestini» | Lo sparatore candidato con la Lega

Il segretario della Lega: «Chiunque spari è un delinquente. Ma un’immigrazione fuori controllo porta allo scontro sociale». Saviano: «Salvini mandante morale». Renzi: «Appello a responsabilità. No polemiche»

di Silvia Morosi

Matteo Salvini (Ansa) Matteo Salvini (Ansa)
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«Chiunque spari è un delinquente, a prescindere dal colore della pelle». Ma «è chiaro ed evidente che un’immigrazione fuori controllo, un’invasione come quella organizzata, voluta e finanziata in questi anni, porta allo scontro sociale». Sono queste le parole con cui il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha commentato quanto avvenuto sabato mattina a Macerata. Un uomo, Luca Traini, 28 anni, candidato con la Lega lo scorso anno al comune di Corridonia, ha aperto il fuoco contro i migranti, ferendone sei. «Non vedo l’ora di andare al governo — ha detto il leader del Carroccio a margine della presentazione a San Lazzaro di Savena, nel Bolognese, dei candidati della Lega — per riportare sicurezza, giustizia sociale, serenità in tutta Italia. Quindi nei termini previsti dalla legge, con la certezza della pena conto di riportare sicurezza e tranquillità nelle nostre città». Tornando sulla «responsabilità morale», di chi ha «riempito l'Italia di clandestini trasformandola in un'enorme campo profughi», Salvini ha aggiunto: «La reazione deve essere democratica, pacifica, deve essere di governo e non di violenza. La responsabilità morale di ogni episodio di violenza che accade in Italia è di quelli che l'hanno riempita di clandestini», ha replicato.

Saviano: «Salvini mandante morale»

«Il mandante morale dei fatti di Macerata è Matteo Salvini. Lui e le sue parole sconsiderate sono oramai un pericolo mortale per la tenuta democratica. Chi oggi, soprattutto ai massimi livelli istituzionali, non se ne rende conto, sta ipotecando il nostro futuro», ha scritto su Twitter Roberto Saviano. «Invito gli organi di informazione a definire i fatti di Macerata per quello che sono: un atto terroristico di matrice fascista. Ogni tentativo di edulcorare o rendere neutra la notizia è connivenza».


Gentiloni: «Odio e violenza non riusciranno a dividerci»

«Confido nel senso di responsabilità delle forze politiche», non c'è «nessuna motivazione ideologica» che tenga, «i delinquenti sono delinquenti e lo Stato sarà particolarmente severo verso chiunque pensi di alimentare una spirale di violenza». Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni dopo la sparatoria. «Una cosa è certa: delitti efferati e comportamenti criminali saranno perseguiti e puniti. Questa è la legge, questo è lo Stato. I delinquenti sono delinquenti e lo Stato sarà particolarmente severo. Fermiamolo questo rischio, fermiamolo subito e fermiamolo insieme. Non riusciranno a dividerci, il popolo italiano saprà stringersi attorno alle istituzioni e ai comuni valori della Repubblica».

Renzi: «Appello a responsabilità. No polemiche»

«Dopo i fatti di Macerata, vorrei fare un appello a tutti, ma proprio a tutti, alla calma e alla responsabilità». Così su Facebook il segretario del Pd, Matteo Renzi. «L'uomo che ha sparato, colpendo sei coetanei di colore, è una persona squallida e folle. Ma lo Stato — prosegue — è più forte di lui e lo ha catturato grazie al coraggio delle forze dell'ordine cui va — una volta di più — la nostra gratitudine. Quell'uomo si è candidato con la Lega Nord e oggi ha sparato anche alla sede del Pd di Macerata prima di essere catturato: verrebbe facile tenere alta la polemica verso chi ogni giorno alimenta l'odio contro di noi. Ma sarebbe un errore: è tempo di calma e di responsabilità, davvero. Abbassiamo subito i toni, tutti. Non strumentalizziamo questa vicenda. Lasciamo la campagna elettorale fuori da questo terribile evento. Lo Stato c'è».

Berlusconi: «Gesto di un folle»

«Quanto è accaduto a Macerata sembra il gesto di uno squilibrato, che merita la più ferma condanna, ma che non può essere ricondotto a una lucida connotazione politica. Questo drammatico episodio richiama però ancora una volta l'attenzione sul problema della sicurezza nelle città, anche perché è serio il rischio che gravi episodi di cronaca alimentino tensioni e scontri sociali fino a degenerare in folli esplosioni di violenza come quella di oggi». Così Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, in una nota.

Maroni: «Criminale fascistoide»

«Che orrore. Questo è un criminale fascistoide, non c'entra nulla con la gloriosa storia della nostra grande Lega». Lo scrive su Twitter il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a proposito dei fatti di Macerata.

Boldrini: «Salvini chieda scusa»

«Quanto accaduto oggi a Macerata dimostra che incitare all'odio e sdoganare il fascismo, come fa Salvini, ha delle conseguenze: può provocare azioni violente e trasforma le nostre città in un far west seminando panico tra i cittadini. Basta odio, Salvini chieda scusa per tutto quello che sta accadendo». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, su Facebook.

Meloni: «Condanne esemplari»

La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, su Facebook, ha scritto:«Macerata. Italia in piena emergenza sicurezza. Oggi una sparatoria, un gesto folle da criminali squilibrati, senza alcuna possibile giustificazione. Così si è ridotta l’Italia in mano alla sinistra. Chiediamo condanne esemplari e certezza della pena per chi attenta alla sicurezza dei cittadini. È tempo che gli Italiani tornino a credere in uno Stato che garantisca loro sicurezza, ordine e legalità».

Lorenzin: «Odio chiama odio»

«L'odio chiama l'odio. Non ci sono se o ma davanti a criminali e folli. L'istigazione alla violenza non ha mai portato bene nel nostro paese, non dimentichiamo la nostra storia, anche quella più recente, dove l'odio ha armato pazzi e terroristi». È quanto dichiara il ministro della Salute e leader di Civica Popolare, Beatrice Lorenzin. «Riportare serenità in Italia si può. Basta volerlo. Basta cambiare i toni. Basta smettere di cavalcare la paura, trasformare ogni problema in scontro epocale», aggiunge. «Basta cambiare linguaggio, parlare di soluzioni e dare l'esempio. Abbiamo tutti un'occasione, in questa campagna elettorale volgare e urlata, almeno davanti ai feriti, fermiamoci e torniamo al nostro compito primario: candidarci a risolvere i problemi con responsabilità e umanità», conclude.

Fratoianni (Leu): «Il veleno dei rigurgiti del peggior passato»

Il premier Paolo Gentiloni ha sentito, a quanto si apprende, il sindaco di Macerata Romano Carancini apprezzandone le parole di responsabilità istituzionale con le quali il primo cittadino si è rivolto ai suoi concittadini. Nel frattempo, sono arrivate altre reazioni politiche. «Devastante. Non ci sono altre parole per commentare la furia razzista e omicida del fascista che oggi a Macerata spara sui migranti da un auto e poi fa lo show con saluto romano e bandiera tricolore». Ad affermarlo è stato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali. «Il veleno dei rigurgiti del peggiore passato - ha proseguito l’esponente di Leu - striscia nelle vene di questo Paese. Il 28enne, che risulta si sia candidato lo scorso anno con la Lega di Salvini, metta da parte il tricolore, non gli appartiene. L’Italia è altro».

Di Maio: «Non strumentalizziamo»

«Lancio un appello a tutti i leader dei partiti su quello che è successo a Macerata: stiamo in silenzio e non facciamo campagna elettorale sulla pelle della ragazza uccisa e dei feriti di oggi. Ho visto già che è partita la querelle tra i partiti politici, con accuse reciproche. Io faccio un appello alla sobrietà e al rispetto sia dei feriti di oggi sia della vittima di qualche giorno fa. Non è possibile che anche su una tragedia del genere si debba iniziare a fare la campagna elettorale». Lo ha detto Luigi Di Maio a Caltanisetta. «Ho appreso della follia di Macerata. La mia più ferma condanna per quanto avvenuto, la mia vicinanza alla città e ai feriti», ha aggiunto la deputata del M5S, Roberta Lombardi, candidata alla presidenza della Regione Lazio. Ma soprattutto il mio plauso alle forze dell'ordine per il tempestivo intervento. L'odio razziale è la negazione stessa dell'umanità».

Bonelli (Insieme): «Clima d’odio»

«I fatti di Macerata confermano che nel nostro Paese c’è un clima di odio i cui responsabili sono i professionisti dell’estremismo politico. Uno dei massimi interpreti è il capo della Lega, quel Salvini pronto a speculare su ogni cosa. Ringraziamo le forze dell’ordine per aver fermato questo criminale fascista». Così Angelo Bonelli (Insieme), in una nota. «L’Italia - prosegue - ha bisogno di moderazione e sicurezza per evitare che episodi come questo non accadano più e per assicurare alla giustizia chi si è reso responsabile del feroce delitto della giovane Pamela».

Iannone (CasaPound): «Atto criminale da condannare»

«Il gesto dello squilibrato che a Macerata ha aperto il fuoco sugli stranieri va condannato senza esitazioni, si tratta di un atto criminale per cui non ci sono giustificazioni». Lo afferma Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia. Che aggiunge: «L'immigrazione incontrollata resta un problema grave, a cui tuttavia va data una risposta politica e nel quadro della legge. Invitiamo la sinistra a non strumentalizzare la vicenda di Macerata, che peraltro nei giorni scorsi è stata teatro di una terribile tragedia legata proprio al mondo dell'immigrazione. Affermiamo altresì che il responsabile della sparatoria di Macerata non è tra i tesserati di CasaPound, come qualcuno ha affermato, e che il movimento si tutelerà legalmente contro ogni illazione in questo senso».

Il vescovo: «Interroghiamoci come cristiani»

Il vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, monsignor Nazzareno Marconi, ha raccontato all'Osservatore Romano di «non essere rimasto coinvolto nella sparatoria solo per pochi istanti». Nella messa di questa mattina il presule aveva parlato della tragica vicenda di Pamela Mastropietro. «Ho preferito prima pregare e invitare a pregare» ha spiegato. La questione alla base di queste violenze «è che i giovani cercano la salvezza nelle cose, come droga o denaro, e non più nelle persone». E «questo ci interpella fortemente come cristiani», ha detto nella sua omelia monsignor Marconi.

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