Milano, 6 ottobre 2017 - 14:35

Battisti, ecco la mossa del Brasile per espellerlo: «Ci sarà un blitz»

Secondo il quotidiano «O Globo» la soluzione al vaglio del governo di Michel Temer sarebbe quella di accompagnare l’ex terrorista su un aereo diretto in Italia

(Epa) (Epa)
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Risolvere il problema Cesare Battisti una volta per tutte con un blitz: accompagnarlo su un aereo diretto in Italia. Secondo il quotidiano di Rio de Janeiro «O Globo» questa sarebbe la soluzione al vaglio del governo di Michel Temer dopo il tentativo di fuga in Bolivia dei giorni scorsi e la sua detenzione a Corumbá, la città di confine.

L’operazione sarebbe agevolata dal fatto che un giudice federale ha trasformato il fermo per contrabbando di valuta in una prigione preventiva, nella cui motivazione si citano esplicitamente i trascorsi di Battisti, la rottura del «patto» tra l’ex terrorista e il Brasile – che gli ha concesso la permanenza nel Paese – e l’insistenza italiana per ottenere la sua consegna.

Espellere Battisti sarebbe un’operazione assai più rapida rispetto a riprendere l’iter di estradizione. Secondo alcuni giuristi basterebbe una dichiarazione italiana che si impegni a non sottometterlo, una volta in patria, alla pena dell’ergastolo, che non esiste nella legislazione brasiliana. È’ una questione rimbalzata varie volte nella lunga vicenda e punto forte della difesa di Battisti, perché in Brasile la pena massima è di 30 anni e la prigione perpetua incostituzionale. Già in passato l’Italia aveva mandato alle autorità brasiliane assicurazioni di questo tenore. Da noi, di fatto, l’ergastolo esiste ormai solo sulla carta.

La decisione finale è comunque nelle mani del presidente Michel Temer, l’unico che può annullare il decreto di Lula che nel 2010 contraddisse il via libera all’estradizione dato dal Supremo tribunale federale e concesse a Battisti il permesso di soggiorno permanente in Brasile.

Ricorso urgente alla Corte Suprema

Intanto la difesa di Cesare Battisti in mattinata ha avanzato un nuovo ricorso alla Corte suprema, chiedendo che venga analizzata «con urgenza» la richiesta di `habeas corpus´ per il loro assistito presentata allo stesso tribunale lo scorso 27 settembre. Secondo gli avvocati, esisterebbe infatti un rischio «imminente» di estradizione in Italia per l’ex terrorista.

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