Milano, 7 ottobre 2017 - 11:52

Francia, condannata a 10 anni «Mamma Jihad»

Christine Rivière, 51 anni, ha aiutato il figlio jihadista e ha adescato donne per i combattenti Isis

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Per tutti in Francia è «mamma Jihad». Christine Rivière, 51 anni, è stata condannata in Francia a 10 anni di carcere per aver aiutato il figlio ad arruolarsi nell’Isis e per aver a sua volta sostenuto l’organizzazione jihadista.

Rivière era una fervente sostenitrice dell’Isis e invece di dissuadere il figlio l’ha incoraggiato spingendolo a partire per la Siria. La storia di Mamie Jihad inizia 51 anni fa in Francia: poco più che adolescente inizia a lavorare in fabbrica, poi ha due figli che cresce da sola. Il minore, Tylor Vilus, a 21 anni, nel 2011 si converte all’Islam. Ed è a quel punto che scatta qualcosa. Quando Vilus si trasferisce in Tunisia dove si radicalizza, Rivière lo segue, si converte a sua volta e abbraccia la linea radicale del figlio. Ma non solo. Quando lui nel 2013 questo si trasferisce in Siria, lei va a trovarlo più volte. Secondo gli inquirenti francesi si ritaglia anche un ruolo da tenutaria e reclutatrice nell’organizzazione jihadista e inizia a procacciare donne ai miliziani, convincendo molte giovani a lasciare la Francia e il Belgio per unirsi all’Isis.

La donna è stata arrestata nel 2014 mentre si apprestava a trasferirsi definitivamente in Siria. Agli inquirenti ha raccontato di preferire la vita in Medio Oriente sotto le bombe rispetto a quella francese. «Mamma Jihad» ha anche cercato di giustificarsi spiegando di aver deciso di lasciare la Francia per stare vicino al figlio che pesto sarebbe morto martire. Una decisione che - secondo la donna - «qualunque brava madre avrebbe preso». Questa versione però non ha convinto i giudici mentre Vilus è stato arrestato nel luglio 2015 in Turchia mentre cercava di passare il confine con un passaporto svedese e ora è in attesa di processo.

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Come sottolinea l’Ansa, la donna durante il processo Rivière ha negato di aver aiutato l’Isis e di aver combattuto in prima persona, anche se diverse immagini la mostrano imbracciare armi e su Facebook ha pubblicato immagini di decapitazioni. «Per mostrare la realtà di ciò che succede laggiù», ha assicurato lei senza però ancora una volta riuscire a convincere nessuno. Ora «mamie Jihad» è andata ad aggiungersi alle 30 donne incarcerate in Francia per legami con gruppi jihadisti, per lo più giovani convinte a seguire i loro compagni . Tra tutte lei è la più anziana.

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