Milano, 14 ottobre 2017 - 09:38

Lo sfogo di Joshua dopo la prigionia:
«I talebani hanno ucciso mia figlia»

Il drammatico racconto del canadese che ha passato cinque anni in Afghanistan insieme alla moglie e ai tre figli nati durante la prigionia: «Mia moglie ripetutamente violentata»

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L’incubo di Joshua Boyle, 34 anni, canadese, e della moglie Caitlan Coleman, 31 anni, americana, è finito quando venerdì la coppia è finalmente rientrata in Canada insieme con i tre figli avuti durante i cinque anni nelle mani della potente rete Haqqani affiliata ai talebani. Ma le ferite difficilmente si rimargineranno. Durante la prigionia i due ostaggi avevano avuto una quarta figlia che è stata uccisa dai sequestratori. Lo ha rivelato lo stesso Boyle ai giornalisti dopo l’atterraggio all’aeroporto di Toronto.

Il racconto

«La stupidità e la cattiveria della rete Haqqani di rapire un pellegrino e sua moglie incinta di vari mesi impegnata nell’assistenza di persone bisognose nelle regioni afghane controllate dai talebani è stata eclissata solo dalla stupidità e cattiveria di autorizzare l’uccisione della mia figlia femmina», ha detto Boyle. A questo si aggiunge il dramma della violenza sessuale: Caitlan, durante la prigionia, è stata ripetutamente abusata. «E la stupidità e la cattiveria dello stupro di mia moglie , non il gesto di un singolo,ma un crimine commesso da una guardia con l’assistenza del capitano e la supervisione del comandante».

Il futuro

Ora non resta che ricostruirsi una vita in Canada. «Sarà di grande importanza per la mia famiglia essere in grado di avere un rifugio sicuro per i nostri tre figli sopravvissuti che possano chiamare casa». In Ontario il fratello minore Dan aspetta l’arrivo dei parenti: «Ho parlato con Joshua diverse volte. Sta molto bene - ha detto - Sembra come cinque anni fa. Sembra che abbia tenuto la testa sulle spalle e sia rimasto lucido».

L’incontro

Caitlan e Josh si erano incontrati su Internet, entrambi amavano Star Wars e i viaggi. Si sono sposati durante un trekking in Centroamerica e nel 2012 sono partiti per l’Asia Centrale quando lei era già incinta. Programma di viaggio: Russia, Kazakhstan, Kirghizistan e Tajikistan. E poi il desiderio di vedere anche l’Afghanistan. L’idea è di Josh, cristiano mennonita, pacifista con la passione per l’Islam. E’ stato sposato con Zaynab, la sorella di Omar Khadr, un foreign fighter canadese catturato all’età di 15 anni in Afghanistan e condannato a 10 anni di Guantanamo. Una famiglia legata in qualche modo a Osama Bin Laden. La Kabul dove Josh fa l’ultimo prelievo bancario, nell’ottobre 2012, è diversa da quella sognata. Arriva il rapimento. E la lunga prigionia.

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