Milano, 15 ottobre 2017 - 15:53

Segretario di Stato Usa Tillerson: «Restare nell’accordo con l’Iran»

Rex Tillerson in un’intervista alla Cnn prende distanze dalla posizione di Trump e sulla Corea del Nord: «Il presidente non vuole andare in guerra»

Rex Tillerson (Afp) Rex Tillerson (Afp)
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«Rimanere nell’accordo con l’Iran è nell’interesse degli Stati Uniti»: lo ha detto il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, in un’intervista alla Cnn. L’uomo sembra aver presto le distanze dall’offensiva mediatica contro il Paese lanciata dal presidente Donald Trump pochi giorni fa quando invocava: «I patti sono stati violati, l’intesa non vale più».

Corea: la diplomazia continua a lavorare

«Lo sforzo diplomatico con la Corea del Nord andrà avanti fino a che non cadrà la prima bomba», ha detto anche Tillerson. «Il presidente Trump ha chiarito che vuole risolvere la questione diplomaticamente. Non sta cercando di andare in guerra, mette solo in chiaro che ci sono opzioni militari», ha aggiunto. Trump affermò in un tweet che Tillerson perdeva tempo nel negoziare con Pyongyang. «Ho fatto un controllo. Sono ancora tutto intero...»: con questa battuta il segretario di Stato americano ha risposto a chi gli chiedeva sui presunti dissapori con il presidente che secondo il senatore Bob Corker “castrerebbe” il capo della diplomazia Usa.

L’intesa in Iran

Il documento fu firmato nel 2015 da Stati Uniti, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna, Germania. I tre Stati europei e l’Alto rappresentante della Ue, Federica Mogherini, hanno già fatto sapere che per loro, invece, l’Iran sta tenendo fede agli impegni. Stesso messaggio arriva da Mosca. Il presidente francese, Emmanuel Macron, «sta valutando» se andare subito a Teheran. Con Trump si schierano, almeno finora, solo Israele e Arabia Saudita. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha risposto anche lui in tv: «Trump non può fare ciò che vuole con un accordo ratificato anche dall’Onu. Per quanto ci riguarda rafforzeremo le nostre capacità di difesa. Le nostre armi e i missili servono a questo».

Le accuse di Trump a Teheran

Lo scontro tra Washington e Teheran appare totale. La Casa Bianca riprende toni e contenuti da scontro di civiltà. Davanti alle telecamere Trump parte addirittura dal 1979, dal sequestro dei funzionari americani nell’ambasciata di Teheran. Accusa il Paese degli ayatollah di finanziarie il terrorismo, di aver dato ospitalità al figlio di Osama Bin Laden, di appoggiare il regime del sanguinario dittatore siriano Bashar Al-Assad. Ecco perché, è la conclusione del presidente, l’Iran ha violato «lo spirito» del 2015. E bisogna ora mettere in campo le iniziative necessarie per fermare la minaccia che l’amministrazione precedente, guidata da Barack Obama, ha lasciato crescere.

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