Milano, 22 ottobre 2017 - 12:16

L’Isis perde anche i pozzi petroliferi, miliziani dispersi lungo l’Eufrate

La coalizione di forze che ha espugnato Raqqa prende possesso della maggiore base estrattiva che costituiva la maggior fonte di reddito per le casse del Califfato

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La cattura del maggior campo petrolifero dell’Isis da parte della coalizione di forze guidate dai curdi siriani sotto l’ombrello americano conferma il collasso inevitabile del Califfato.

Ridotta in pezzi la capacità militare dell’Isis, battuta la dirigenza politica, collassata la dimensione statuale e territoriale, inevitabilmente si aggiunge ora la fine di quella economica.

Dal 2014 i pozzi petroliferi nel deserto orientale siriano e il contrabbando del greggio costituivano la maggior fonte di reddito per le casse del «califfo» al Baghdadi. Già da mesi, comunque, l’attività estrattiva risultava bloccata. Lontani i giorni in cui le colonne di autocisterne con il greggio di contrabbando prodotto dall’Isis transitavano attraverso il confine turco. Quando una sessantina di pozzi in funzione garantivano all’Isis entrate per 2-3 milioni di dollari al giorno.

I terroristi-petrolieri hanno chiuso bottega. Ormai i jihadisti sono ridotti a una guerriglia scomposta, priva di basi sicure lungo la valle dell’Eufrate.

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