Svolta cruciale nella politica australiana. La querelle sulla doppia cittadinanza dei parlamentari fa perdere la maggioranza al governo di Malcolm Turnbull. L’Alta Corte di Canberra, chiamata a decidere sulla controversia, ha dichiarato oggi ineleggibili il vice primo ministro Barnaby Joyce del partito nazionale, alleato in coalizione con i Liberali del primo ministro Malcolm Turnbull, oltre a quattro senatori di diversi partiti.
Joyce, che ora ha rinunciato alla cittadinanza neozelandese ereditata (a sua insaputa) dal padre, dovrà affrontare elezioni suppletive nel suo seggio di New England il 2 dicembre, mentre il governo Turnbull perde la maggioranza di uno solo dei 150 seggi dalla Camera bassa eletti nel voto federale dello scorso anno. Secondo l’articolo 44 della costituzione del 1901, i politici non possono candidarsi per il parlamento federale se sono «un soggetto o un cittadino di una potenza straniera».
La Corte ha anche squalificato quattro dei sei senatori passati al suo vaglio, appartenenti ai partiti liberale, nazionale, laburista e dei verdi, che sarebbero stati cittadini, sia pure «inconsapevoli», di Paesi quali la Gran Bretagna, il Canada e la Nuova Zelanda. Fra questi il ministro di governo Fiona Nash del partito nazionale, e il senatore Malcolm Roberts, del partito populista One Nations, entrambi cittadini anche britannici.
Il primo ministro Malcolm Turnbull fa spallucce: «Business as usual, il governo va avanti». Aspettando le elezioni del 2 dicembre ,che dovrebbero vedere la rielezione di Joyce.