4 febbraio 2018 - 19:33

Erdogan arrivato in Italia: «L’incontro con il Papa è una opportunità per la pace. Macerata? Xenofobia»

Il presidente della Turchia è arrivato a Roma per la sua visita: lunedì vedrà il Papa in Vaticano, il presidente Sergio Mattarella al Quirinale e il premier Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi

di Monica Ricci Sargentini

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«Il razzismo è come il terrorismo». Non era ancora partito per l’Italia il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e già le sue dichiarazioni scatenavano la polemica: «L’attacco a Macerata è un attacco razzista, non diverso da episodi di attacchi a moschee, luoghi legati alla religione islamica. Non c’è differenza tra gli attacchi di un’organizzazione terroristica e attacchi razzisti di questo genere». Terrorista è la parola che il leader dell’Akp, al comando in Turchia dal 2003, usa anche per definire le migliaia di persone arrestate dopo il fallito golpe del luglio 2016 tra cui ci sono il presidente di Amnesty International Turchia Taner Kiliç e giornalisti del calibro di Sahin Alpay e Mehmet Altan, in carcere nonostante la Corte Suprema della Turchia l’11 gennaio 2018 ne avesse disposto il rilascio. Parole sono destinate a far discutere di una visita che è stata definita dai critici «una passerella istituzionale» per un uomo accusato in patria di violare i diritti umani.

L’incontro con il Papa

Lunedì, comunque, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan porterà a casa un risultato invidiabile: essere ricevuto da papa Francesco per discutere dei destini del Medio Oriente, di Gerusalemme capitale, di rifugiati e di aiuti umanitari. «Vedo questa visita come un’opportunità significativa di attirare l’attenzione sui valori umani comuni, l’amicizia e i messaggi di pace» ha detto soddisfatto domenica pomeriggio a Istanbul prima di imbarcarsi sull’aereo che l’ha portato a Fiumicino insieme alla moglie e ad alcuni ministri. Erdogan ha evidenziato in particolare la posizione del pontefice su Gerusalemme. «In questo periodo abbiamo parlato diverse volte al telefono. La sua posizione è stata davvero importante per mostrarci cosa possiamo fare insieme a lui in quanto leader dei cristiani nel mondo». La tensione intorno allo status di Gerusalemme è tornata a crescere da quando il presidente Usa Donald Trump ha annunciato l’intenzione di spostare a Gerusalemme l’ambasciata americana, una mossa unilaterale considerata ostile da parte dei palestinesi. Il Vaticano ha chiesto di «rispettare lo status quo della città».

Le proteste

Ma non saranno solo rose e fiori. In una Capitale blindata, come non si vedeva dai giorni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma lo scorso marzo, non mancheranno le proteste: oltre a un sit-in organizzato a Castel Sant’Angelo dalla Rete Kurdistan Italia, all’indirizzo del Vaticano, di Palazzo Chigi e del Quirinale sono state recapitate diverse lettere di associazioni umanitarie e rappresentanti della società civile in cui si chiede di richiamare Ankara al rispetto delle più elementari regole di uno Stato di diritto.

I rapporti e gli affati con l’Italia

Il programma del leader turco è intenso: dopo una colazione con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e un incontro con il premier Paolo Gentiloni, Erdogan vedrà, in un hotel di Via Veneto, gli amministratore delegati dei grandi gruppi italiani. Tra i presenti Impregilo, Leonardo, Pirelli, Snam, Ferrero, Astaldi. «Lo scorso anno il volume dei nostri scambi è stato di quasi 20 miliardi di dollari, ma il potenziale è doppio. Nel 2020 puntiamo a 30 miliardi di dollari» ha promesso Erdogan.

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