10 febbraio 2018 - 22:47

La nipote di Mitterrand denunciò per stupro un ministro di Macron

Bufera su Hulot, l’identità dell’accusatrice rivelata ora

di Stefano Montefiori, corrispondente da Parigi

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In altri tempi, di una denuncia archiviata dieci anni fa per fatti accaduti a loro volta undici anni prima non si parlerebbe. E infatti finora non se ne era parlato. Ma lo scandalo Weinstein continua a produrre conseguenze, e capita così che il numero tre del governo francese, il potente ministro della Transizione ecologica Nicolas Hulot, rilasci una intervista preventiva alla star radiofonica Jean-Jacques Bourdin per smentire le rivelazioni in arrivo il giorno seguente sul nuovo settimanale Ebdo. Ci sono voci sul suo conto. Due donne lo accusano — a suo dire — ingiustamente. La prima, una impiegata parlamentare,avrebbe parlato di molestie quando era dipendente alla Fondation Hulot ma ora nega, e questo non sembra in effetti un caso capace di impensierire il ministro.

Ma un’altra donna sostiene di essere stata violentata da Hulot nel 1997, e nel 2008 ha presentato denuncia alla polizia di Saint-Malo, in Bretagna. I fatti erano ormai coperti dalla prescrizione, ma Hulot venne comunque interrogato, e anche la donna fu chiamata a fornire una testimonianza dettagliata. Quella persona, si è scoperto adesso, era Pascale Mitterrand, nipote del grande François per 14 anni presidente della Repubblica.

Sotto l’aspetto giuridico la questione è chiusa, e Hulot ripete con le lacrime agli occhi di essere stato giudicato e assolto (prendendosi qualche libertà terminologica e di sostanza: il processo non c’è mai stato a causa della prescrizione). Ma da un punto di vista politico e di immagine l’imbarazzo è enorme, tanto più che l’accusatrice porta un nome impegnativo.

Pascale Mitterrand, fotografa oggi 40enne, è la figlia maggiore di Gilbert Mitterrand, il più giovane dei figli del presidente morto nel 1995. Oggi Pascale vive all’estero con la sua famiglia, ed è apparsa in pubblico molto raramente, per esempio ai funerali della nonna Danielle.
La donna ha cominciato la sua carriera all’agenzia Sipa. È lì che, stagista, incontrò Hulot, all’epoca fotoreporter prima di diventare celebre come presentatore di programmi tv a sfondo ecologista, poi consigliere di Hollande e infine ministro di Macron.

Pascale Mitterrand ha presentato denuncia nel 2008, 11 anni dopo i fatti, consapevole della prescrizione e desiderosa di risparmiarsi l’attenzione mediatica che avrebbe circondato un processo.
«Ma la mia assistita voleva che restasse scritto qualcosa su ciò che era successo anni prima — dice oggi l’avvocato Michel Dufranc —, ci teneva a fare capire a Hulot che lui l’aveva scampata per un soffio e soprattutto voleva rendergli chiaro il modo in cui lei aveva vissuto intimamente il loro incontro». Cioè, uno stupro.

Pascale Mitterrand non ha mai voluto parlare alla stampa e non lo avrebbe fatto neanche adesso. A gennaio ha accettato di confermare l’esistenza della denuncia ai giornalisti di Ebdo — che tanto avrebbero scritto comunque l’articolo — in cambio del silenzio sulla sua identità. Ebdo ha rispettato il patto, ma l’anonimato è stato rotto dal concorrente Le Point.

Ora prendono un altro significato le voci che hanno sempre accompagnato Hulot, e che lo descrivono come un corteggiatore determinato, ossessionato dalle donne (il che è diverso dall’essere un violentatore, ma qui sta una parte consistente del dibattito post-Weinstein).

Con gli occhi e l’attenzione di oggi, in piena era #MeToo, si scopre che Pascale Mitterrand compare già in una biografia di Nicolas Hulot uscita nel 2010, «Saint Nicolas». Capitolo intitolato Il seduttore: «Non si può ricostruire la vita di Nicolas senza evocare questo aspetto del personaggio — scrive l’autrice Bérengère Bonte —. A registratore spento, l’immensa maggioranza degli interlocutori parlano di ragazze qualsiasi, assistenti tv, stagiste o giovani donne dell’ambiente politico: una nipote di Mitterrand, apprendista fotografa, che passa una settimana a casa sua senza fare un solo scatto, oppure una figlia di ministro corteggiata al limite della molestia e altre, impossibili da citare qui».
Macron ha ribadito la fiducia al ministro e gli chiede di resistere. La parola di Pascale Mitterrand contro la parola di Nicolas Hulot, ma è quest’ultimo a rischiare di più.

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