5 gennaio 2018 - 22:00

Padre Hamel, ignorata l’allerta: «I funzionari erano in ferie»

La morte del padre sgozzato in Normandia annunciata su Telegram

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Oltre un mese prima di sgozzare padre Jacques Hamel nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, il terrorista Adel Kermiche mandava messaggi su Telegram scherzando sulla sua taqya, la dissimulazione, e si prendeva gioco della polizia: «Gloria ad Allah, che li ha resi ciechi!». Con l’account @Jayyed, Kermiche era convinto di propagandare la jihad senza che nessuno se ne accorgesse, ma non era così.

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Musulmani e cattolici pregano insieme in chiesa

Un agente della DRPP (Direzione dell’intelligence della prefettura di Parigi) lo ha tenuto sotto controllo per settimane, e ha pure avvisato la gerarchia pochi giorni prima dell’attentato. Eppure nessuno si è mosso. Ad assassinio avvenuto, secondo l’inchiesta di Mediapart, nei servizi francesi c’è chi ha provato a post-datare la segnalazione, in modo da nascondere il fallimento dell’intelligence.

Le rivelazioni contraddicono, ancora una volta, l’atteggiamento unanime tenuto dalle autorità francesi dopo gli attentati più gravi degli ultimi anni: «Nessuna mancanza». Niente da rimproverarsi in occasione del massacro di Charlie Hebdo, nonostante i fratelli Kouachi fossero da tempo sotto la sorveglianza dell’agenzia DGSI; nessuna mancanza nell’incursione tardiva delle forze speciali al Bataclan il 13 novembre; tutto regolare nelle migliaia di colpi sparati — alcuni finiti addosso ai colleghi — dagli uomini del RAID nell’assalto al covo di Saint-Denis; niente da eccepire neanche nel mancato allarme di Nizza, dove il Tir bianco che avrebbe provocato 86 morti la sera del 14 luglio ha potuto percorrere nei due giorni precedenti — per undici volte — la Promenade des Anglais vietata al traffico pesante, è salito per prova sui marciapiedi ed è stato registrato invano dalle videocamere di sorveglianza.

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Francia, attacco in una chiesa vicino a Rouen: sgozzato il parroco

Ogni volta la reazione della società francese è stata nel complesso ammirevole, non c’è stata una ingenerosa caccia al colpevole. Esiste però il rischio che negare qualsiasi responsabilità non aiuti le forze di sicurezza a migliorare. Nel caso di Saint-Etienne-du-Rouvray, l’agente della DRPP ha avuto accesso alle 118 fotografie, 3 video, 29 documenti, 89 messaggi vocali e 89 link postati da @Jayyed, che racconta dei suoi tentativi di andare a fare la jihad in Siria, invita gli amici della zona di Rouen ad assistere ai corsi che tiene «in una moschea di Saint-Etienne-du-Rouvray» e esorta a usare il coltello per decapitare: «Si va in una chiesa dove si pratica il politeismo e si ammazzano tutti».

Il fatto è che la DRPP parigina non ha competenza al di fuori della capitale e così l’agente che tiene d’occhio Kermiche invia una nota alla DGSI, la direzione nazionale. Lì alcuni agenti sono in ferie, e il commissario che torna in servizio lunedì 25 luglio non si accorge della segnalazione.Adel Kermiche si mostra ancora su Telegram in tenuta mimetica con Abdel-Malik Petitjean, già condannato e dotato di braccialetto elettronico. Martedì 26 luglio alle 8 e 31 l’ultimo messaggio, alle 9 e 25 i due entrano nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray. Ieri sera la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare.

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