10 gennaio 2018 - 18:49

Macron a Roma, prende il via il «Trattato del Quirinale» (grazie a un giornalista)

Sarà nominato un gruppo di lavoro per preparare il testo di un trattato tra Francia e Italia sul modello di quello franco-tedesco del 1963. L’idea nasce dalla domanda di un giornalista dell’Ansa, che ha spinto il premier francese e quello italiano a parlarne

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PARIGI C’è la domanda di un giornalista italiano dell’Ansa, Tullio Giannotti, dietro al «Trattato del Quirinale» che sarà al centro dei colloqui bilaterali tra Francia e Italia, in occasione della visita del presidente francese Emmanuel Macron a Roma per la riunione dei sette Paesi dell’Europa del Sud. Giovedì alle 11 Macron e il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni discuteranno del progetto e sarà nominato un gruppo di lavoro per preparare il testo del Trattato da firmare entro il 2018, magari in occasione del prossimo vertice italo-francese che si terrà in Italia. L’idea si è affacciata a Lione nel settembre scorso.

La conferenza stampa

All’indomani dell’importante discorso di Macron alla Sorbona sul rilancio dell’Europa, il 27 settembre 2017 si teneva a Lione l’annuale vertice franco-italiano. Intorno alle 20, dopo oltre un’ora di conferenza stampa dominata dalla soluzione del caso Fincantieri, ha preso la parola per porre l’ultima domanda Tullio Giannotti, 60 anni, corrispondente dell’Ansa da Parigi.

La domanda di Giannotti

Il giornalista, da molti anni in Francia, ha chiesto in italiano a Gentiloni che cosa pensasse il nostro governo dell’iniziativa europea annunciata da Macron il giorno precedente, in particolare quanto alla crisi dei migranti, e poi si è rivolto in francese a Macron: «Lei ieri ha annunciato che inviterà la Germania a firmare un nuovo Trattato dell’Eliseo (il 22 gennaio 2018, in occasione del 55° anniversario dello storico trattato firmato da De Gaulle e Adenauer, ndr). Ha immaginato un’iniziativa simile per l’Italia, una cerimonia per sottolineare la rifondazione dell’Europa? Grazie».

La risposta di Gentiloni

Prende la parola per primo Gentiloni, e dice in francese, sorridendo: «Beh non abbiamo un Trattato dell’Eliseo tra... Ma possiamo pensare a qualcosa... qualcosa di importante tra noi», guardando Macron, poi cambia argomento e passa a parlare di Europa e migranti.

La risposta di Macron

Quando Gentiloni ha finito tocca a Macron rispondere e dice, serio: «È vero, come dice il presidente del Consiglio, che non abbiamo un trattato dell’Eliseo (tra noi, ndr), ma questo non impedisce di immaginare un Trattato del Quirinale o qualcosa di simile per avere una specie di cooperazione rafforzata sul piano bilaterale». E poi continua: «Siamo d’accordo di andare avanti con una cooperazione bilaterale molto stretta, io penso che sia un buon metodo in Europa. La bellezza del Trattato dell’Eliseo è che è molto semplice e chiaro. Ha una decina di punti che qualsiasi cittadino può comprendere. Facciamolo tra due Paesi, io sono molto favorevole».

Le discussioni

Fino a quel momento in conferenza stampa non si era mai parlato di un Trattato bilaterale, anche perché i due governi si vedono comunque regolarmente con una consuetudine alla stretta collaborazione. Un trattato tra Francia e Italia sul modello di quello franco-tedesco del 1963 non era all’ordine del giorno e infatti a nessuno dei due leader e neanche alle due delegazioni era venuto in mente. Il Trattato del Quirinale, se si farà, nasce in virtù di quella sollecitazione del giornalista.

Come è nata la domanda

«Nel corso della giornata a Lione ci eravamo messi d’accordo tra colleghi per non ripetere gli stessi temi - dice oggi Tullio Giannotti -. Tre domande per la stampa francese e tre per quella italiana. A me spettava l’ultima, e avrei dovuto porre solo la questione dei migranti. Ma quando è arrivato il mio turno se ne era già molto parlato, quindi all’ultimo momento ho pensato di aggiungere qualcosa. Ho voluto chiedere a Macron quello che mi era venuto in mente il giorno prima, quando alla Sorbona l’ho visto proporre un secondo Trattato dell’Eliseo tra Francia e Germania. Perché non stipulare anche un Trattato bilaterale tra Francia e Italia?». Che cosa ha pensato quando Macron ha dato l’impressione di accogliere il suggerimento? «Mi è sembrato un leader pronto e abile a cogliere uno spunto, un presidente capace di ascoltare. Non mi aspettavo però che la cosa avesse davvero un seguito. Ho saputo oggi che a Roma Macron e Gentiloni parleranno di nuovo del Trattato dell’Eliseo. Per me una sorpresa, e una piccola soddisfazione».

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