17 gennaio 2018 - 21:25

Trump supera il test cognitivo, ma deve limitare gli hamburger: pesa troppo per la sua altezza

Il medico gli raccomanda esercizio. Gli accertamenti psicologi non placano le polemiche sul numero uno della Casa Bianca. Poi minaccia la Cina sul Copyright

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Donald Trump non «mostra alcun segnale che faccia pensare a problemi cognitivi». Se mai ha bisogno di una dieta e di esercizio fisico. La diagnosi del dottor Ronny Jackson è netta, eppure non ha chiuso le polemiche sulla salute mentale del presidente americano. Il medico, che è anche contrammiraglio della Marina militare, ha coordinato il primo check-up cui si è sottoposto il leader americano, venerdì 12 gennaio, nell’ospedale Walter Reed National Military Medical Center, a Bethesda, un sobborgo di Washington.

Martedì 16 gennaio, Jackson ha commentato i risultati con i giornalisti accreditati alla Casa Bianca: «La salute del presidente è eccellente, con esiti molto buoni per quanto riguarda la funzionalità cardio circolatoria». Ma l’attesa era concentrata sulle capacità neurologiche di Trump. Nelle ultime settimane il libro di Michael Wolff, Fire and Fury aveva rilanciato i dubbi sulla «stabilità» mentale di «The Donald», raccontando come gli stessi consiglieri più stretti lo considerino «un idiota», «un bambinone fuori controllo». La discussione, in realtà, era entrata nel vivo già il 3 ottobre 2017 con la pubblicazione del saggio di Bandy X Lee: Il pericoloso caso di Donald Trump: 27 psichiatri ed esperti di malattie mentali esaminano un presidente. Lee, studiosa specializzata nei comportamenti violenti e docente all’Università di Yale, sostiene che Trump rappresenti «una minaccia per la sicurezza pubblica».

Ieri il dottor Jackson ha sottolineato come gli accertamenti cognitivi non facessero parte del programma di routine, «ma il presidente ha chiesto ugualmente di eseguirli e di riferirne pubblicamente gli esiti, rispondendo a tutte le domande». Obiettivo del test, il «Montreal Cognitive Assessment» (ecco che cos’è) è verificare «le capacità di attenzione e di concentrazione, le funzioni esecutive, la memoria, il linguaggio». Trump ha conseguito un risultato pieno: 30 risposte esatte su 30 (per provare il test, cliccate qui). Alcuni esperti, però, hanno sollevato obiezioni. La prova è troppo semplice e troppo rapida, solo 10-15 minuti: non può essere considerata sufficiente. Al paziente viene chiesto di disegnare un cubo, leggere l’ora, distinguere un leone da una gazzella e così via. La stessa Bandy Lee ha sostenuto che il presidente avrebbe bisogno di una valutazione neuropsichiatrica più approfondita.

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C’è, però, chi difende la reputazione di Ronny Jackson, che ha visitato anche gli allora presidenti George W.Bush e Barack Obama. Dan Pfeiffer, uno dei consiglieri di Obama, ha postato su Twitter: «Jackson è un dottore fenomenale e una persona davvero per bene. Lui e il suo team si sono presi cura di tutti noi per molti anni». Lo stesso Jackson ha risposto indirettamente a Bandy Lee e agli altri: «Penso che questa sia solo psichiatria da tabloid». Se mai i problemi riguardano il peso (108,4 chili per 1.90 di altezza) e i valori troppo alti del colesterolo. Conseguenza di uno stile di vita segnato dagli hamburger, dalle famose 12 lattine di Diet Coke al giorno, come aveva raccontato il New York Times e dall’allergia alla ginnastica. Conclusione di Jackson: «Al presidente piacerebbe perdere cinque o sei chili. Abbiamo discusso di dieta e di esercizio fisico. Si è mostrato più disponibile alle limitazioni alimentari, ma faremo anche un programma di blanda attività motoria. Ho detto al presidente che se si fosse nutrito in modo più salutare negli ultimi 20 anni avrebbe potuto vivere fino a 200 anni. È una questione di genetica. In ogni caso ha altissime possibilità di completare il suo mandato in ottime condizioni di salute».

E in serata Trump ha aperto un altro fronte, annunciando, in una intervista alla Reuters, di aver pronta una «grossa multa» a carico della Cina, accusata di aver rubato le proprietà intellettuali delle aziende statunitensi.

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