18 gennaio 2018 - 00:44

Trump: «Mosca non collabora sulla Corea del Nord, anzi vende petrolio al regime di Kim-Jong-un»

In un’intervista all’agenzia Reuters, il presidente americano aggiorna il quadro delle relazioni internazionali con gli interlocutori più importanti per gli Stati Uniti

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La Cina: sarà «presto» colpita da «grossa multa», perché ha sottratto «proprietà intellettuali» alle aziende americane. La Russia: «non ci aiuta con la Corea del Nord», anzi sta fornendo petrolio a Pyongyang, in violazione delle sanzioni decise dall’Onu. Kim Jong-un: «Posso anche sedermi al tavolo delle trattative con lui, ma credo non risolverebbe le cose». In un’intervista all’agenzia «Reuters», diffusa nella serata di oggi 17 gennaio, Donald Trump aggiorna il quadro delle relazioni internazionali con gli interlocutori più importanti per gli Stati Uniti. Il presidente americano manda, innanzitutto, un segnale al leader cinese Xi Jinping.

Il dialogo politico può essere seriamente ostacolato da rapporti commerciali scorretti. Trump rivela che «Presto potrà essere annunciata l’attuazione di una multa molto grossa», nel quadro di un’inchiesta sulla condotta del governo cinese. Le autorità di Pechino, in sostanza, obbligano le aziende statunitensi in cerca di affari a cedere preliminarmente i diritti su brevetti e altre proprietà intellettuali. Un danno che vale centinaia di miliardi di dollari in tecnologia e milioni di posti di lavoro persi. Trump fa sapere che spiegherà la strategia commerciale anti-Cina nel «Discorso sullo Stato dell’Unione», in programma il prossimo 30 gennaio.

C’è una guerra commerciale alle viste? «Non penso, spero di no. Ma se così deve essere, che sia», ha risposto il leader della Casa Bianca. Tensione in aumento anche nei confronti di Mosca. Lunedì 15 gennaio il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva notato che con Trump nello Studio Ovale le relazioni bilaterali erano addirittura peggiorate. Alla «Reuters», Trump dice che Mosca non collabora sulla Corea del Nord e, anzi, viola il blocco imposto dall’Onu, vendendo petrolio al regime di Kim-Jong un. «The Donald» stempera anche la frenesia del primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu che prevede il trasferimento, «entro l’anno», dell’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. «Stiamo parlando di scenari differenti – ha detto Trump – ci vorrà più tempo».

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