30 gennaio 2018 - 10:34

Brexit, i dati segreti rivelano: «In Gran Bretagna Pil giù fino a 8 punti»

Su «Buzzfeed News» trapela un’analisi del governo: tutti gli indicatori economici nel Regno Unito destinati a peggiorare. Londra minimizza. Ma è polemica

(Afp) (Afp)
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Il Regno Unito è destinato a perdere punti di Pil dopo il divorzio dall’Unione europea. Lo sostiene un rapporto sull’impatto economico della Brexit, commissionato dal governo e fatto trapelare nelle ultime ore dal sito «Buzzfeed News», che ipotizza effetti negativi per tutti i settori dell’economia. Il documento riservato dell’esecutivo di Londra, dal titolo «EU Exit Analysis – cross Whitehall Briefing», analizza i tre scenari più plausibili sulle relazioni future tra il Regno Unito e l’Ue. E arriva a stimare perdite, per la Gran Bretagna, fino a 8 punti di Pil. Anche il quotidiano «The Times» riferisce i risultati delle analisi, che saranno esposti questa settimana ai singoli ministri, per essere poi discussi collegialmente dal Gabinetto la prossima settimana. Gli studi ( elaborati dal dipartimento per l’Uscita dall’Unione Europea in collaborazione con il ministero del Tesoro, che avrebbero dovuto rimanere segreti) sono parte integrante del dibattito interno al governo britannico impegnato nei negoziati con Bruxelles.

Tre scenari

Il primo scenario contempla un accordo commerciale onnicomprensivo tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea: in tal caso, nei prossimi 15 anni la crescita dell’economia britannica sarebbe inferiore di 5 punti percentuali rispetto alle attuali previsioni. Nello scenario definito «no deal», che non vede quindi alcun accordo post-Brexit, i rapporti Gb-Ue verrebbero regolati secondo le attuali regole dell’Organizzazione per il commercio internazionale: in tal caso la crescita economica britannica si ridurrebbe dell’8 per cento nel quindicennio considerato. Se si raggiungerà un’intesa di libero scambio come quello evocato da May nel suo discorso di Firenze, le perdite saranno di cinque punti. Persino lo scenario migliore, la cosiddetta «soft Brexit» che prevede la permanenza nel mercato unico e nell’unione doganale, attraverso l’appartenenza della Gran Bretagna alla European Economic Area (come ad esempio la Norvegia e la Svizzera), l’economia britannica perderebbe comunque il 2 per cento nel periodo considerato.

Polemica

Fonti di Downing Street si sono affrettate a minimizzare, sostenendo che si tratta di pure ipotesi. In Parlamento, il ministro alla Brexit Steve Baker ha affermato che il documento trapelato è stato «un’interpretazione selettiva di un’analisi preliminare, un tentativo di minare la nostra uscita dall’Unione europea». Mentre esponenti «Brexiteers» (la corrente più euroscettica del Partito conservatore) hanno contestato le previsioni, «inesatte sulle aspettative del dopo referendum», e denunciato la diffusione «deliberatamente ritagliata» del rapporto. Del resto, ricorda il «Times», prima del referendum sulla Brexit del giugno 2016, altri studi simili prevedevano per la Gran Bretagna una recessione accompagnata da aumenti della disoccupazione e dell’inflazione, ma nulla di tutto ciò si è poi verificato. Esponenti filo-Ue hanno invece definito allarmante il documento e ne hanno chiesto la pubblicazione integrale.

May a Pechino

L’analisi è stata fatta trapelare in un momento delicato, mentre May è sotto pressione da parte degli euroscettici del suo partito conservatore perché cambi strategia in vista dei colloqui commerciali formali. La May inizia oggi una visita ufficiale in Cina che punta a aumentare gli investimenti cinesi in Gran Bretagna e a porre le basi per un futuro accordo commerciale bilaterale con Pechino.

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