31 gennaio 2018 - 12:57

«50 miliziani dell’Isis arrivati in Italia via mare». Ma la polizia smentisce

La rivelazione sul «Guardian»: sarebbero sbarcati in Sicilia sui «barchini fantasma». Ma dal viminale replicano: «Tutti soggetti che sono già stati espulsi»

di Redazione Online

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L’Interpol ha fatto circolare una lista coi nomi di 50 sospetti fighters dell’Isis, tutti di nazionalità tunisina, che sarebbero arrivati di recente in Italia a bordo di barche. È quanto riporta in esclusiva il Guardian online, secondo cui l’elenco con i nominativi è stato inviato il 29 novembre al ministero dell’Interno, che lo ha successivamente girato alle agenzie anti-terrorismo in Europa. Alcuni dei fighter, spiega il quotidiano britannico, erano stati identificati al loro arrivo in Sicilia avvenuto tra luglio e ottobre dell’anno scorso a bordo di piccole imbarcazioni che sono state abbandonate sulla spiaggia. Quattro di loro erano già noti alle agenzie di intelligence europee e uno di questi può aver già superato il confine italo-francese per raggiungere il dipartimento di Gard, nel sud della Francia.

«Soggetti già rimpatriati»

Il Viminale, dopo poche ore, ha però smentito la notizia: «Non trova alcun riscontro l’informazione di 50 combattenti stranieri approdati sulle coste italiane appartenenti all’Isis e pronti a compiere attentati» ha affermato il Dipartimento della Pubblica Sicurezza sottolineando che proprio la collaborazione tra Italia e Tunisia ha consentito di individuare «un esiguo numero di persone» segnalate dalle autorità di Tunisi. Soggetti che sono stati già rimpatriati.

In Sicilia

Nella sua ricostruzione il Guardian sosteneva che il documento mostra nomi, cognomi e date di nascita dei sospetti terroristi. Il punto di approdo preferito dai migranti tunisini, sempre secondo il Guardian, sarebbe la spiaggia di Torre Salsa ad Agrigento. Le barche, molto migliori di quelle in arrivo dalla Libia, partono da Ben Guerdane dove l'Isis si è scontrato con l'esercito tunisino nel 2016. Secondo le autorità italiane dallo scorso luglio sono stati 3mila i tunisini sbarcati ad Agrigento di cui solo 400 sono stati bloccati e identificati. Dallo scorso ottobre il governo italiano usa le navi per evitare che le barche con i clandestini arrivino sulle coste siciliane.

Il procuratore

«Non sappiamo cosa facessero prima del loro arrivo qui — ha spiegato al Guardian il procuratore di Agrigento Salvatore Vella -, di certo molti non vogliono essere identificati, non vogliono che le loro impronte restino agli atti. Per questa ragione se sei un terrorista sbarcare illegalmente ad Agrigento è il metodo più sicuro per arrivare in Europa».


I fighter

Lo scorso luglio il Guardian aveva ottenuto un'altra lista con i nomi di 173 sospetti combattenti islamici, arrivati in Europa per pianificare un attacco. Stando alle stime Onu, si ritiene che circa 5.500 tunisini si siano recati in territorio controllato dall'Isis in Siria e Iraq per combattere con il gruppo terroristico. Adesso, dopo il crollo del califfato, i governi hanno espresso timori che gli ex combattenti possano provare a lanciare attacchi in Europa.

In Libia

Negli ultimi sette anni, un grande afflusso di combattenti stranieri si è unito ai ranghi dei jihadisti dell'Isis in Libia e i tunisini costituiscono il gruppo maggiore tra i foreign fighter presenti nel paese. A riferirlo è un recente rapporto del Washington Institute for Near East Policy, secondo cui la Libia sta vivendo la quarta maggiore mobilitazione di combattenti stranieri nella storia del jihadismo. Il paese nord africano si trova subito dietro a Siria, Afghanistan e Iraq per numero di foreign fighter presenti sul campo. L'istituto statunitense stima in almeno 1.500 i jihadisti tunisini unitisi all'Isis in Libia, costituendo così di gran lunga il maggior gruppo numerico di combattenti stranieri.

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