24 marzo 2018 - 08:52

Skripal, Macron e Merkel con i britannici: «Via i diplomatici russi da Paesi Ue»

Una ventina di Stati preparano le espulsioni. Fonti inglesi non includono l'Italia

di Ivo Caizzi, inviato a Bruxelles

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Sale la tensione tra l’Unione Europea e la Russia. Il Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo ha fatto richiamare l’ambasciatore dell’Ue a Mosca e ha appoggiato la premier britannica Theresa May nelle sue accuse di responsabilità del Cremlino di Vladimir Putin nell’attentato con gas nervino all’ex spia russa Sergej Skripal e a sua figlia Yulia su territorio inglese (a Salisbury). La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, in una conferenza stampa congiunta al termine della due giorni di vertici a Bruxelles, hanno annunciato per i prossimi giorni anche «misure coordinate e proporzionate» nazionali contro la Russia. Vari Paesi membri stanno considerando di espellere i diplomatici russi, come ha già fatto May (e subito dopo Putin con le feluche britanniche a Mosca). Il premier Paolo Gentiloni ha dato il suo «assenso» alla «condanna» contro il Cremlino sul caso del gas nervino. Ma ha chiesto che non provochi una «escalation» e «non chiuda i necessari spazi di dialogo con la Russia».

L’idea di espellere i diplomatici russi è stata anticipata da Dalia Grybauskaite, presidente della Lituania, la Polonia e gli altri Paesi Baltici si sarebbero detti favorevoli. May ha poi ottenuto il consenso di Merkel e Macron in un incontro a tre. Irlanda, Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia e Danimarca sarebbero seguite (fonti governative britanniche ipotizzano che si possa arrivare fino a venti Paesi). «Siamo determinati ad agire insieme», ha detto Merkel. Inviti alla prudenza, oltre che da Gentiloni, sono arrivati dallo spagnolo Mariano Rajoy e dal cipriota Nicos Anastasiades. Il greco Alexis Tsipras e il bulgaro Boyko Borisov hanno difeso Putin e chiesto di aspettare l’esito delle indagini sul caso del gas nervino.

Nella tarda notte di giovedì i capi di governo hanno comunque approvato una dichiarazione di sostegno al Regno Unito, molto più pesante rispetto a quella di lunedì scorso del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue perché «condanna nei termini più forti possibili il recente attacco a Salisbury» all’ex spia russa e «concorda con la valutazione del governo del Regno Unito, che è altamente probabile che la Russia sia responsabile e che non ci sia alcuna plausibile spiegazione alternativa».

Alcuni leader, al termine della seconda giornata del summit, hanno confermato che May ha di fatto convinto i capi di governo che le strategie del Cremlino possono costituire un serio pericolo per tutta l’Europa. Non si è invece arrivati al consenso di tutti sull’espulsione dei diplomatici russi o sull’ipotesi di nuove sanzioni. Il Cremlino ha espresso «rammarico» per la posizione del summit Ue. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha criticato il Regno Unito perché cerca di «spingere i partner a passi verso lo scontro» e «rendere la crisi con la Russia quanto più profonda possibile». A Mosca starebbero già valutando come rispondere alle «misure» annunciate da Merkel e Macron.

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