Milano, 20 novembre 2017 - 13:29

L’Andalusia con occhi nuovi

Scheggia del mondo musulmano in Europa, l’attualità apre la regione e la sua storia a significati inediti. Il tour dei «viaggi del Corriere» prevede 7 giorni / 6 notti con partenza il 17 febbraio 2018

Un dettaglio dell’architettura dell’Alhambra, edificio simbolo di Granada Un dettaglio dell’architettura dell’Alhambra, edificio simbolo di Granada
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«Pro memoria al termine del primo tour organizzato dal Corriere in Andalusia. È l’autunno del 2016. Mi servirà dovessimo ripeterlo. Ora so associare i volti dei viaggiatori, che poi sono anche lettori, alle loro battute, alle domande, alle critiche. Ma so già che fra qualche mese la memoria mi tradirà e mi dispiacerebbe perderne il gusto. C’è Marcella che scrive appunti di tutto e poi, giura, a casa li sistemerà. La coppia di Firenze dai capelli d’argento: stupendi, anzi garbati, come direbbero loro. Le due sorelle bolognesi in perenne battibecco, ma di una simpatia travolgente. I coniugi siciliani: gli unici a riconoscere (e a guidare gli altri) tra i sapori dei cibi e il tepore del clima. C’è lo scapolone, il jazzista e i, tanti, timidi o solo riservati. C’è chi aveva già visitato l’Andalusia in solitaria e chi invece è rimasto a bocca aperta ad ogni tappa. È stato un viaggio intenso, per la quantità dei luoghi e per la mole di informazioni trasmesse. L’obbiettivo minimo era di non rovinare la loro vacanza come un grillo parlante e invece arricchire il tempo assieme con una chiave di lettura che andasse al di là dei monumenti e dell’arte (a quello, per fortuna, hanno pensato le bravissime guide locali e italiane). I baci e gli abbracci all’ultima cena sono un buon indizio dell’equilibrio trovato.

La “chiave” dell’intesa, credo, è stata la libertà. I viaggi organizzati richiedono già di per sé una certa disciplina e un certa tolleranza verso degli sconosciuti che alla fine del viaggio possono diventare quasi amici, ma all’inizio si guardano con diffidenza. Aggiungere anche l’obbligo delle “conferenze del giornalista” sarebbe stato troppo. Invece le sale degli incontri si sono via via riempite man mano (modestia a parte) che nel gruppo passava la voce. Faticoso, impegnativo, ma di grande soddisfazione. Una cosa è scrivere un articolo e sperare che piaccia; una cosa è leggerlo e giudicarlo senza poter interloquire. Un’altra è avere davanti i lettori e verificare in diretta se si annoiano; così com’è ben diverso avere davanti il giornalista e potergliene dire quattro. Bisognerebbe creare un club per questi viaggi, il “club dei viaggiatori del Corriere”: gente curiosa, informata. Esperienza da ripetere».

Così scrivevo e ora a distanza di oltre un anno si presenta la seconda occasione per visitare assieme ai lettori del Corriere l’Andalusia. La regione più meridionale della Spagna è un condensato di buoni motivi per volerla conoscere, tanto più ora che l’avventura indipendentista catalana ha acceso l’attenzione di tutti sulla diversità e sulle divisioni all’interno del regno di Felipe VI. Perché Barcellona vuole staccarsi da Madrid e Siviglia no? Perché in Andalusia vince ancora il Partito socialista operaio spagnolo e in Catalogna la politica è solo battaglia tra nazionalismi contrapposti? Al di là della cronaca, l’Andalusia, in particolare quella su cui il Viaggio del Corriere si concentrerà, è soprattutto una scheggia di mondo musulmano in Europa: l’antica Al Andalus. Otto secoli di presenza islamica non sono scomparsi con la Reconquista dei re Cattolici. La loro civiltà resta nel cibo, nel flamenco, nei modi di dire e ovviamente nell’arte, nel paesaggio, forse anche nel modo di essere degli andalusi. Anche in questo caso, l’attualità fa vedere il mondo con occhi diversi, apre a significati che venti anni fa sarebbero stati insospettabili.

Immaginate un vostro arrivo all’Alhambra di Granada nel 1980. Cosa avremmo potuto vedere nel palazzo-fortezza degli ultimi emiri ispanici? Probabilmente qualcuno vi avrebbe scorto le principesse romantiche di Washington Irving, i «mori» goffi o violenti dei suoi «Racconti», una sorta di Mille e una notte in salsa pre-Disney. Altri vi avrebbero visto il «pittoresco» al suo massimo grado: la luce e i colori dell’Andalusia sono impareggiabili, chi può eviti il solo smartphone e torni alla vecchia macchina fotografica. Oggi invece, anche tra le mura rosse dell’Alhambra, le sue fontane da paradiso, non possiamo non paragonare l’Islam del 1400 a quello di oggi. A fine medioevo Al Andalus era un faro di civiltà: nelle corti musulmane si traducevano i classici greci, si studiava astronomia e matematica, si scrivevano poesie. Oggi invece c’è un Islam che pensa solo a distruggere, bruciare libri, abbattere monumenti, uccidere. Eppure il Libro, il Corano, da cui i fedeli dovrebbero trarre ispirazione di vita è rimasto lo stesso. Allora però produceva una civiltà di arte e raffinatezza, oggi spesso lo identifichiamo solo con il terrorismo. Ci sarà modo di parlare anche di questo durante il viaggio. Per chi vuole, ovvio. Tutti, invece, viaggeranno tra città splendide per la loro storia antica e per quello che sono state in grado di fare negli ultimi decenni. E in più ci sarà l’esperienza umana: la ricchezza di incontrare altri lettori, con esperienze, cultura e curiosità da condividere, altri membri del «club dei viaggiatori».

Scheda del viaggio

Ad accompagnare i lettori nel viaggio in Andalusia sarà Andrea Nicastro, inviato di guerra, poi corrispondente dalla Penisola Iberica e oggi inviato speciali di Esteri. Il tour prevede 7 giorni / 6 notti con partenza il 17 febbraio 2018. Il costo è di 1.990 euro a persona e comprende il volo A/R con partenza da Malpensa e Fiumicino, pernottamenti in hotel 4/5 stelle, pasti e accompagna-tore dall’Italia. Per info scrivete a inviaggiocon corriere@rcs.it o chiamate lo 02-89730729, dal lunedì al venerdì ore 9/20 e il sabato 9/17.30

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