2 gennaio 2018 - 21:51

Il tweet di Beatrix
che aiuta la legge
sui «discorsi di odio»

La parlamentare di Alternative für Deutschland (il partito nato per combattere l’euro e poi diventato una forza nazionalista e xenofoba) è la prima vittima delle norme tedesche che puniscono li linguaggio aggressivo sui social media

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E’ lei, Beatrix von Storch, la prima vittima della legge contro i «discorsi di odio» entrata in vigore il primo gennaio in Germania. Una coincidenza? Sembrerebbe proprio di no, visto che Alternative für Deutschland(il partito nato per combattere l’euro e poi diventato una forza nazionalista e xenofoba) aveva già criticato con durezza il provvedimento del governo Merkel firmato dal ministro della Giustizia Heiko Maas, socialdemocratico. Si ignora se la deputata di estrema destra abbia agito in modo calcolato, per diventare un simbolo, oppure se quanto è accaduto non sarebbe prima o poi dovuto accadere comunque.

 I fatti sono chiari. A Colonia (città teatro due anni fa di gravi aggressioni contro le donne compiute da gruppi di immigrati, segnale di un problema da affrontare e risolvere senza isterismi) la polizia ha diffuso a Capodanno una serie di messaggi augurali in varie lingue, tra cui l’arabo. Secondo von Storch lo scopo dell’iniziativa era blandire «orde di musulmani barbari e stupratori» in un Paese dove «non si sa più cosa possa succedere di peggio». Il tweet è stato cancellato, come prevede il testo approvato dal Bundestag, e l’account sospeso per dodici ore. Anche la pagina Facebook della parlamentare di AfD è stata oscurata. Poi, una nuova dichiarazione: «Lo Stato costituzionale è finito».

  Politici, intellettuali ed esperti di comunicazione si sono divisi, in queste settimane, sul giudizio nei confronti della legge, accusata da alcuni di violare la libertà di opinione. Il dibattito è aperto. Ma qualcosa va fatto per limitare il veleno sui social media. I tedeschi ci hanno provato e probabilmente stanno avendo ragione. Grazie anche al contributo di Beatrix von Storch.

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