4 marzo 2018 - 19:20

La censura? Meglio
contrastarla sempre

È meglio essere contrari a ogni tipo di censura, sempre, ovunque, per qualsiasi motivo. Non entrare nel terreno scivoloso del caso per caso. Essere contro, sempre

di Pierluigi Battista

disegno di Ugo Guarino disegno di Ugo Guarino
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Ora un gruppo di «genitori» (e chissà perché i genitori devono interferire nelle politiche scolastiche) vorrebbe cancellare i libri di Bianca Pitzorno dai programmi della scuola, perché portatori di non si capisce bene quale virus «gender». Ovviamente quei genitori sfoderano così la loro ignoranza, ma in loro parla lo spirito del tempo, una smania censoria che travalica le appartenenze culturali e si fa insana voglia di cancellare, azzittire, nascondere, imbavagliare tutto ciò che è considerato contagioso. È il consenso trasversale, di volta in volta vestito con abiti conservatori e abiti progressisti, a una dittatura pedagogica che si nutre dei più svariati motivi, dai più nobili ai più spregevoli, ma che ha come base l’idea che ogni diversità debba essere sanzionata, ogni anomalia equiparata a un reato, ogni manifestazione non conforme al gusto dominante qualcosa da mettere al bando. Non si salva nessuno.

Con sempre più insistenza si parla della possibilità di non far uscire il prossimo film di Woody Allen per le vicende, smentite in sede giudiziaria, delle sue molestie sulla figlia adottiva: sarà bene organizzare fin da adesso, nel caso peggiore, la distribuzione di copie clandestine come gesto di resistenza e di libertà. Le mostre d’arte vengono colpite dalla mannaia censoria, con i dipinti di Egon Schiele cancellati come nella oscurantista Vienna dei primi decenni del secolo scorso. Anche i quadri di Balthus vengono boicottati, scioccamente considerati in odore di pedofilia. Nelle università americane i classici della tragedia greca e le opere di Shakespeare vengono purgati per non incorrere nelle ire del politicamente corretto. E non sono solo le opere d’arte «buone», i frutti di un ingegno che comunque viene salvato nella reputazione pubblica ad attirare la furia censoria dei nuovi oscurantisti. Non è sano che l’editore Gallimard abbia rinunciato alla pubblicazione degli scritti antisemiti di Céline. Gesto sbagliato, illiberale e anche inutile, visto che non risulta una diminuzione dell’odio antiebraico in Francia, anzi. Per cui, è meglio essere contrari a ogni tipo di censura, sempre, ovunque, per qualsiasi motivo. Non entrare nel terreno scivoloso del caso per caso. Essere contro, sempre. La libertà di espressione: vale la pena difenderla.

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