11 marzo 2018 - 20:26

Calenda e Toscani nel Pd:
benissimo, ma non bastano

I democratici devono ritrovare i propri tradizionali rapporti
con i bisogni e le aspirazioni dei cittadini più deboli

di Luciano Violante

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Si sta discutendo del futuro governo con una logica da sistema maggioritario, dove i cittadini scelgono l’esecutivo. Siamo invece in presenza di una legge proporzionale, che permette di eleggere il Parlamento e delega agli eletti la scelta del governo. È evidente quindi che spetterà al Parlamento e ai gruppi parlamentari la costruzione di patti di convivenza, prima ancora che di governo, frutto delle transazioni oggi necessarie al Paese. Qualcuno deve fare il primo passo. Non può che trattarsi di uno dei due partiti vincitori a meno che non stringano tra loro un patto di governo, chiudendo la porta ad ogni altra ipotesi. Sembra perciò a volte surreale, a volte infantile, il dibattito in corso nel Pd sulla eventuale alleanza con il M5S. Devono essere i vincitori, Lega o M5S a proporre alleanze e condizioni al Pd. Il Pd, se quelle proposte arriveranno, e non è certo, dovrà prenderle in esame con tutta l’accuratezza possibile cercando di far coincidere, nelle modalità e nei contenuti della decisione finale, l’interesse del Paese con quello del partito.

Oggi c’è da discutere d’altro. La sconfitta era nelle cose, anche se in dimensioni meno drammatiche. Si erano perse le elezioni amministrative, si era perso il referendum; non c’era alcuna ragione per uscire indenni da questa terza prova. Soprattutto perché non c’era stata nessuna analisi rigorosa delle ragioni delle due sconfitte precedenti. Ora al Pd spetta la ricostruzione di un rapporto con la società italiana. Lega e M5S sono due partiti diversi per struttura, tradizioni e metodo. La Lega è un partito a struttura tradizionale, con circoli e azione permanente sul territorio. Ha una ormai consolidata tradizione di governo locale, regionale, nazionale. Il M5S ha un rapporto con la società mediato dalla Rete, si è fatto portatore delle istanze della democrazia diretta, ma al suo interno è caratterizzato da un verticismo assoluto destinato a prevenire, correggere o compensare gli inevitabili sbandamenti del diretto appello ai cittadini. A differenza della Lega, il M5S sembra essere stato penalizzato nelle città governate da suoi sindaci.

Due partiti diversi, quindi, ma entrambi hanno saputo rappresentare, seppure con modalità non sempre condivisibili, bisogni, aspirazioni, valori di un popolo che da tempo si sente dimenticato dagli altri partiti. A questo popolo deve rivolgersi il Pd, che è in crisi come quasi tutte le socialdemocrazie occidentali, per essersi statalizzato e aver fortemente rallentato i propri tradizionali rapporti con i bisogni e le aspirazioni dei cittadini più deboli. Non è un problema di leggi; le leggi ci sono state e spesso sono state positive. Ma un partito di governo deve comunicare quello che ha fatto attraverso una visione del Paese che vada oltre la piattezza della quotidianità, guardi al futuro, proponga sfide e consolidamento di valori. La speranza non viene dal cielo; nasce da un progetto di vita proposto da personalità autorevoli, frutto di una scelta tra valori e di sfide che possono essere vinte. Apprezzo molto Carlo Calenda; Oliviero Toscani è uno dei grandi artisti della fotografia del nostro tempo. Si sono iscritti al Pd; benissimo. Ma quanti disoccupati, giovani in cerca di lavoro, donne licenziate perché diventate madri hanno fatto la stessa scelta?

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