Il candidato naïf e il sugo della storia

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Matteo Salvini è il più convinto sostenitore di Sergio Pirozzi, che vuole candidarsi alle elezioni regionali del Lazio, in barba allo scetticismo del centrodestra. Pirozzi è il sindaco di Amatrice. Dopo il tragico terremoto che ha devastato la zona, Pirozzi si è imposto alla ribalta mediatica per i suoi modi bruschi e diretti, diventando ben presto uno dei simboli del sisma. Ex calciatore (è stato capitano del Rieti), ex allenatore (ha occupato le panchine dell’Ostia Mare, della Sorianese e del Rieti), non ha mai nascosto le sue simpatie per la destra: «Sono di destra. Non piace? Me ne frego!». Amante delle felpe con scritta, come Salvini, in questi anni ha compiuto diverse battaglie a tutela del territorio e della salsa all’amatriciana (lotta dura con Cracco che proponeva l’uso dello spicchio d’aglio in camicia!). Ritiene che le tate straniere non insegnino i valori fondanti di questa nazione, ammira profondamente Mussolini (a parte le leggi razziali). Un tempo, «all’amatriciana» era anche un giudizio di approssimazione, di indolente superficialità («Gomorra, una sorta di Goodfellas all’amatriciana»); dopo il terremoto, l’espressione ha assunto un significato di solidarietà, di partecipazione. Anche dopo le assurde minacce ricevute dal sindaco su Facebook. E ora? Vedremo. Come diceva Manzoni, l’importante è capire il sugo della storia.

21 gennaio 2018, 07:01 - modifica il 21 gennaio 2018 | 08:28

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