16 dicembre 2017 - 23:10

Banche, gli incontri con i ministri e i controlli. Ecco che cosa chiederanno a Visco

Le verifiche dei commissari per capire se ci sono stati altri colloqui su Etruria

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Incontri con esponenti di governo, rapporti con la Consob, falle nel sistema di controllo delle banche: si concentreranno soprattutto su questo le domande dei parlamentari della Commissione parlamentare a Ignazio Visco. Il governatore di Bankitalia è atteso martedì mattina e certamente non si sottrarrà ad alcuna richiesta. Anche perché dopo aver letto i resoconti delle altre testimonianze e i documenti relativi alla crisi bancaria degli ultimi anni avrà ben chiaro l’obiettivo di numerosi commissari: trasformare la sua audizione nel regolamento dei conti finale. Chi contro di lui, chi contro quella stagione particolare del Partito democratico che Maria Elena Boschi e Matteo Renzi incarnano. Qualunque tentativo imparziale di decifrare cause profonde e risposte credibili all’instabilità che ha colpito il sistema bancario italiano, al confronto, sembra un fastidioso diversivo.

Il caso Mps

Visco dopodomani arriverà nell’aula di Palazzo San Macuto ben sapendo cosa aspettarsi. Ci saranno in primo luogo le domande che i quindici componenti della Commissione espressi dal Pd stanno preparando in queste ore. E tra l’altro vorranno sapere se sta ancora in piedi l’autodifesa della Banca d’Italia per il derivato Alexandria che ha contribuito al dissesto del Monte dei Paschi. La banca centrale aveva sempre contestato che i vertici dell’istituto senese si sono resi responsabili del reato di ostacolo alla vigilanza, perché hanno occultato l’operazione; ma giorni fa la Corte d’appello di Firenze li ha assolti sostenendo che il fatto contestato non costituisce reato. Su questo punto i parlamentari del Pd puntano molto. Da loro Visco si aspetta poi anche domande sul via libera della Banca d’Italia alla disastrosa acquisizione di Antonveneta da parte di Mps nel 2008 e sulla legittimità della posizione di Marco Morelli, l’amministratore delegato di Siena confermato dopo la nazionalizzazione.

I ministri e gli incontri

L’altro argomento caldo che potrebbe riservare nuove e clamorose sorprese lo ha anticipato il senatore di Idea Andrea Augello in una lettera spedita ieri al presidente Pier Ferdinando Casini che lascia intendere il sospetto di colloqui effettivamente avvenuti con esponenti del governo. «Dopo quanto accaduto durante l’audizione del dottor Vegas — ha scritto — è naturale che la Commissione (e comunque sicuramente il sottoscritto) non potrà esimersi dal richiedere al governatore Visco se un ministro diverso dal titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan, abbia ricercato e ottenuto incontri con esponenti di vertice di Bankitalia in merito alla crisi di Banca Etruria o di altre banche in crisi, oggetto di ispezioni e conseguenti attività sanzionatorie da parte dell’Organo di vigilanza. La questione è troppo delicata per affidarla a domande e risposte improvvisate come è accaduto nel confronto con il massimo responsabile della Consob. La pregherei pertanto di preavvertire il governatore che intendo rivolgergli questa domanda, ma che ne farei volentieri a meno nel caso la risposta fosse già contenuta all’interno o a margine della relazione introduttiva». E in ogni caso per avere informazioni «con una comunicazione ordinata e ben circostanziata riguardo i contenuti, le modalità e i tempi in cui si sarebbe svolta un’eventuale interlocuzione con un membro dell’esecutivo simile a quella descritta dal Presidente Vegas, in quel caso riferita al ministro Boschi».

Le falle nei controlli

I parlamentari del Movimento 5 Stelle e in particolare Carlo Sibilia punteranno sul ruolo di Bankitalia in quelle che definisce le «porte girevoli» cioè l’assunzione di «almeno nove funzionari» presso la Popolare di Vicenza. «Perché — anticipa — dovremo capire se è questo che faceva ritenere ai vertici della Vigilanza che l’istituto di credito fosse di elevato standing tanto da essere proposto sia per la fusione con Veneto Banca sia con Etruria». Altro capitolo ritenuto «cruciale» è l’impennata in Borsa dei titoli delle banche popolari subito prima dell’annuncio della riforma nel gennaio 2015. Il sospetto che ci sia stata una fuga di notizie è molto forte da allora. Ma riguarda soprattutto il governo del tempo, quello guidato da Matteo Renzi, piuttosto che la Banca d’Italia. E infine i rapporti con la Consob anche se l’obiettivo della maggior parte dei commissari «non è quello di ottenere risposte tecniche, ma analizzare le linee politiche anche per quanto riguarda le mosse future».

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