20 dicembre 2017 - 22:22

Salvini sfida Di Maio sull’euro:
macché referendum, mai con M5S

Il leader leghista chiude all’alleanza post voto. La replica: «Una buona notizia». «Non si deve uscire dalla moneta unica, ma entrarci alla pari. Votare per l’abolirla? Sciocchezza, in Italia è vietato»

Matteo Salvini (Ansa)
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Il referendum per l’uscita dall’euro? «Una sciocchezza». Matteo Salvini si butta sulla palla che gli offre Luigi Di Maio. Il candidato premier a 5 stelle l’altro giorno su La7 aveva detto che «se si dovesse arrivare al referendum, è chiaro che io voterei per l’uscita». Sia pure ammettendo che il referendum è un «extrema ratio». E così nella competizione sul non spaventare i moderati che sembra essersi innescata tra il leader leghista e quello pentastellato, Salvini su Radio Capital porta a casa la giornata: «No all’uscita dall’euro, noi vogliamo un ingresso dell’Italia da pari a pari. Siamo la seconda potenza industriale d’Europa e non ce lo concedono?». Quanto al referendum appunto, «è una sciocchezza e non è previsto dalla Costituzione». E poi, dice Salvini, ci sono i mercati: «Che fai? Sei mesi di discussione e intanto sale lo spread?». Il referendum catalano ha lasciato il segno e Salvini è assai cauto: «Noi abbiamo intrapreso una strada più seria anche se più lunga. Ma il risultato è stato ottimo visti i risultati in Lombardia e Veneto».

«Basta guardare lo spelacchio»

Di Maio, che l’altro giorno si era sfilato dal confronto con Salvini che Lucia Annunziata aveva cercato di creare, ha abbozzato. Riguardo alla battuta di Salvini si è limitato a un «Va bene... Ognuno ha il diritto alla sua opinione». Quanto al capo leghista ha proposto dei «mini bot per pagare tutti i debiti della Pubblica amministrazione, 46 miliardi che lo Stato non paga perché altrimenti esce dai parametri europei». Con la precisazione: «Questo, mantenendo l’euro... ». Resta il fatto che l’ipotesi continua ad aleggiare: sulla base dei sondaggi di oggi, dalle Politiche potrebbe una maggioranza aritmetica, che gli interessati respingono con sdegno, tra Lega e 5 stelle. Salvini taglia corto: «L’unica coalizione che può avere una maggioranza superiore al 40% è quella del centrodestra». E un appoggio esterno a un eventuale governo Di Maio? «Escludo. Anche perché cambiare idea ogni tanto è segno di intelligenza ma cambiare idea ogni quarto d’ora è segno di confusione mentale». Per poi chiudere: «Basta guardare “Spelacchio”», lo sfortunato albero di Natale di Roma: «Quel modello applicato all’Italia, no». Luigi Di Maio ha ribattuto ai cronisti: «Una buona notizia, così vi mette l’anima in pace sulla possibilità di accordi o inciuci tra M5S e Lega. Ringrazio Salvini per aver detto che non esiste alcun canale». Nessuna chance neppure a un possibile appoggio leghista a un governo Gentiloni bis: «Assolutamente no. Nessun sostegno a governi di centrosinistra, gli italiani l’hanno già pagata». Ma il capo leghista — che oggi presenterà il nuovo simbolo elettorale della Lega, senza la parola Nord e con il suo nome nel simbolo — ha anche detto che se fosse al governo «tendenzialmente» manterrebbe gli 80 euro voluti da Renzi per i redditi più bassi, oltre ad «alcuni aspetti del Jobs act». Gli ha risposto lo stesso Renzi via Facebook: «I nostri avversari alle prossime elezioni ci insultano, ci criticano, ci ignorano. Poi, alla fine, cercano di copiarci. Per noi nessun problema: le buone idee sono a disposizione. Andiamo #avanti, amici».

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