Milano, 14 novembre 2017 - 21:22

«Grasso e Boldrini all’opposizione»
Nel Pd diventano un caso le parole di Orlando

Renzi: rispetto D’Alema e Bersani, ma bisogna essere in due. Mdp resta freddo. Il ministro della Giustizia: «Nessuna censura»

(Ansa)
shadow

Matteo Renzi è sorpreso, quasi incredulo di aver concluso una direzione del Pd «senza litigare al proprio interno». Peccato che, fuori, le diverse anime del centrosinistra continuino a dilaniarsi invece di allearsi. Adesso a dividere è l’attivismo dei presidenti di Camera e Senato, ai quali Andrea Orlando rimprovera di essere passati entrambi all’opposizione. A sera, il ministro della Giustizia chiarisce di non aver attaccato il tandem presidenziale: «Nessuna censura, ho solo detto che, in assenza di una prospettiva politica del Pd, c’è il rischio che elementi di distorsione e frammentazione possano avere riflessi sul fronte istituzionale». Montecitorio e Palazzo Madama scelgono il no comment, ma tra Pd e fuoriusciti è polemica. Francesco Laforgia (Mdp) teme che l’attacco ai due presidenti sia «appena cominciato» e rivendica la «terzietà» di Grasso e Boldrini. Miguel Gotor ricorda «agli smemorati, agli ipocriti e agli strabici» che Spadolini, Casini, Fini e Bertinotti sono stati segretari dei loro partiti e presidenti della Camera o del Senato, «senza che nessuno abbia mai avuto da ridire». E Roberto Calderoli difende le due cariche dagli «attacchi gratuiti e inopportuni».

Veltroni: «Non si può dire “se c’è lui non ci sono io”»

Con la clessidra agli sgoccioli, i padri nobili si fanno sentire. Enrico Letta esprime tutto il suo sconforto: «Mi sembra si stia correndo verso il peggiore degli esiti. Mi auguro che qualcosa succeda... Ma il tempo passa e la mia speranza si affievolisce». Walter Veltroni prova a stimolare un sussulto di responsabilità nei leader del «fu» centrosinistra: «Sedetevi intorno a un tavolo, discutete di programmi». E se Pier Luigi Bersani ha detto che il tempo è scaduto, a Radio1 Veltroni mostra di non volersi arrendere: «Ma come troppo tardi? È ora il momento». Renzi conferma l’apertura. Al Tg1 l’ex premier esprime «rispetto per Bersani e D’Alema», eppure ammonisce: «Se continuiamo con le discussioni tecniche e i litigi nessuno ci capisce. Il Pd c’è. Siamo disponibili a superare gli insulti del passato, ma bisogna essere in due». Bersani ascolta, però tiene il punto: «Se vogliono parlare con noi devono venire con delle proposte, perché io non posso dire ai giovani o agli insegnanti che Jobs act e Buona scuola hanno funzionato. Con meno di questo si perde tempo, si fanno chiacchiere e furbizie». Nel tentativo di incollare i cocci, Veltroni rimprovera chi pone veti: «Non si può dire “se c’è lui non ci sono io”, perché poi non c’è più il popolo». Il tono accorato degli appelli rivela lo stato (pessimo) dei rapporti a sinistra e lascia intuire quali sforzi dovrà fare Piero Fassino per costruire, su incarico di Renzi, un «centrosinistra inclusivo e largo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT