Milano, 17 novembre 2017 - 22:34

M5S, c’è una nuova squadra al timone
Grillo-Di Maio: meno piazze e sfide tv

Il garante: puntare sui temi, non personalizzare lo scontro. I criteri per le candidature

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Tre ore di vertice a Milano per stabilire le prossime mosse della lunga campagna elettorale e per fare il punto sugli ultimi avvenimenti. Un summit che di fatto segna una tappa fondamentale in vista delle Politiche e sancisce i nuovi equilibri all’interno dei Cinque Stelle. I vertici del Movimento si sono confrontati nella sede della Casaleggio associati. Beppe Grillo (che ha evitato i cronisti), Davide Casaleggio, Luigi Di Maio. Ma non solo. Con loro anche Alessandro Di Battista e «i pretoriani» dell’ala pragmatica Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, oltre ai responsabili della comunicazione pentastellata al gran completo. A fare capolino, prima e dopo gli incontri con Confesercenti e Confprofessioni del vicepresidente della Camera, Stefano Buffagni, sempre più centrale nelle vicende del Movimento. Una sorta di «cabina di regia» che offre a colpo d’occhio la nuova geografia pentastellata e che è servita per lanciare la prima fase della campagna elettorale.

La campagna per le imprese

A parlare è stato soprattutto Di Maio («Uno vale uno ma uno non vale l’altro», ha precisato al Tg1): il capo politico ha raccontato il viaggio negli Usa, il colloquio con monsignor Pietro Parolin e ha posto l’accento sulle prossime tappe. Proseguono (e si intensificheranno) gli incontri con associazioni di categoria e stakeholders. Amministratori delegati, professionisti e realtà produttive: i Cinque Stelle provano a creare un filo diretto con il mondo delle imprese, uno dei due capisaldi di questa fase. Il vicepresidente della Camera si muove sottotraccia. La campagna del Nord è partita e sarà replicata anche in altre regioni. Almeno in questa prima fase le piazze saranno abbandonate e si cercherà di battere il territorio palmo a palmo, coinvolgendo un «elettorato potenziale» da strappare trasversalmente a centrodestra e dem: meno comizi, ma incontri mirati, capillari. Se da un lato si guarda alle aziende, dall’altro il Movimento continua a battere sull’idea di una campagna che tocchi i cittadini e il «voto utile». Tornano in voga argomenti che ammiccano di più a sinistra come il reddito di cittadinanza e l’abolizione della legge Fornero.

I dettagli su Parolin

«Non ci deve essere nessuna personalizzazione della sfida politica, puntiamo sui nostri temi» avrebbe detto Grillo nel corso del vertice. Insomma, evitare scontri diretti come avvenuto negli ultimi anni con Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. «Bisogna convincere gli elettori del nostro programma, evitare di cadere nelle trappole delle domande inutili come quelle sulle alleanze e dare voce a ciò che interessa alla gente», ha ribadito il garante che ha chiesto dettagli dell’incontro con Parolin. Grillo poi — secondo quanto sostiene l’Adnkronos — , proprio per fare un esempio concreto del suo pensiero, si è mostrato critico sul mancato duello tv Di Maio-Renzi, con il candidato premier che ha prima invocato la sfida e poi ha cancellato l’appuntamento.

I «meccanismi qualitativi»

Infine è stato toccato un tema cardine come quello delle regole per le candidature: i partecipanti al vertice hanno dato via libera all’idea di istituire per i nuovi candidati dei «meccanismi qualitativi» non meglio definiti, che saranno studiati nelle prossime settimane. All’ultimo arriva anche il notaio milanese Valerio Tacchini per un saluto, poi il vertice si conclude e Grillo lascia l’incontro «nascosto» tra i sedili dell’auto di Buffagni. «Sarà una campagna bellissima», commentano i parlamentari uscendo dall’incontro.

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