Milano, 27 novembre 2017 - 18:48

Moscovici: «In Italia non voterei M5S. Alla guida dell’Eurogruppo? Padoan»

«Padoan ha tutte le qualità per essere un buon presidente dell’Eurogruppo, è uomo d’esperienza, ministro di un Paese importante, ottimo economista, ha le sue qualità ma non è il solo»

Pierre Moscovici (Epa) Pierre Moscovici (Epa)
shadow

«Una buona politica è non interferire nella politica interna di un Paese amico, ma per il resto non è un segreto che se fossi italiano non sarei un elettore del M5S». Così il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici ha risposto a chi gli chiedeva se fosse preoccupato dalla linea sull’euro del M5S.

«Io non sarò candidato»

Il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, ha lanciato poi la candidatura di Pier Carlo Padoan come successore di Jeroen Dijsselbloem alla guida dell’Eurogruppo, l’organismo che raggruppa i ministri dell’Economia e della Finanze dei Paesi appartenenti al club della moneta unica. A pochi giorni dalle decisione ufficiale, la consapevolezza di poter contare sull’appoggio dell’ex ministro francese rappresenta certamente un vantaggio importante. Padoan - secondo Moscovici - «ha tutte le qualità per essere un buon presidente dell’Eurogruppo, è uomo d’esperienza, ministro di un Paese importante, ottimo economista, ha le sue qualità ma non è il solo». Il voto si presenta molto incerto come sembra ormai una caratteristica comune a tutte le grandi scelte della Ue negli ultimi tempi. «È un’elezione piena di fascino perché è totalmente aperta a una settimana» dal voto, di cui «non so niente», ha aggiunto il commissario e che «lascerò farsi» senza intervenire «la guarderò e poi ne accoglierò il risultato». Moscovici si è comunque chiamato fuori dalla partita. «Non sarò candidato alla presidenza dell’Eurogruppo giovedì», ha spiegato, rimarcando però che il mandato del prossimo presidente dovrà avere un «quadro temporale contenuto», in quanto «al più tardi entro il rinnovo della Commissione» previsto nell’autunno del 2019 dovrà farsi «la fusione» tra questa carica e quella di commissario agli affari economici”.

L’influenza della Francia

La nomina di Padoan potrebbe essere una transizione utile considerando che in Italia si voterà la prossima primavera e quindi nessuno può fare scommesse sulla composizione del governo di Roma. In ogni caso, le dichiarazioni di Moscovici sono il segnale di una crescente influenza della Francia nel panorama dell’Unione europea. La crisi politica sta indebolendo la Germania come Paese di riferimento. L’instabilità è accresciuta dal fatto che non è ancora nemmeno certo se la cancelliera Merkel riuscirà a ottenere il quarto mandato. Non è escluso che la Spd per dare il via libera alla nuova edizione della grande coalizione chieda una discontinuità. Di fronte a tanta incertezza c’è invece la rinnovata forza della Francia legata alla larga vittoria del presidente Macron alle ultime elezioni. Questo spostamento di equilibri, è emerso in maniera evidente nella partita per l’assegnazione delle due agenzie che hanno lasciato Londra. In particolare, la Germania puntava sull’authority delle banche da portare a Francoforte. In questo modo la città tedesca sarebbe diventata la capitale finanziaria dell’Europa essendo già sede della Bce. L’Eba, invece, è andata a Parigi (grazie al sorteggio). Quello che conta è il fatto che la candidatura della Germania non è arrivata nemmeno al ballottaggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT