Milano, 7 ottobre 2017 - 22:15

Sicilia, il caso «impresentabili»
Musumeci: non temo nulla

«Ci vorranno due generazioni per una situazione ottimale»Miccichè: «Io ho 70 galantuomini ». E Bindi sbarca nell’isola

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«La selezione che non hanno fatto i partiti la faranno gli elettori. Anzi, voglio essere più chiaro e invito a non votare i candidati chiacchierati, dovunque siano». Ora che le liste per le Regionali siciliane sono state depositate, ed è subito partita la corsa a chi denuncia l’indagato e l’«impresentabile» altrui (ce ne sono in tutti gli schieramenti), il candidato governatore del centrodestra Nello Musumeci lancia il suo contropiede. C’è chi lo accusa di essere un «Ponzio Pilato» (Giancarlo Cancelleri, M5S), chi lo sollecita a fare nomi e cognomi (Claudio Fava, Sinistra). Avversari e organi di informazione gli chiedono conto di alcune scelte, come quella dell’azzurro Riccardo Pellegrino a Catania, il cui fratello è ritenuto contiguo alla mafia (caso sollevato, in passato, dallo stesso Musumeci). «Non entro nei casi personali. Ho una storia di lotta alla mafia che nessuno può mettere in discussione — replica secco —. Non temo contaminazioni. Nessuno può pensare di investire su di me».

La polemica

Eppure, la polemica infuria. Nei prossimi giorni in Sicilia arriveranno Rosy Bindi e la commissione Antimafia per vagliare le liste. Ma la caccia al candidato non immacolato è partita non appena gli elenchi sono stati depositati. Ieri mattina, alla convention di Forza Italia a Palermo, il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè ha messo la mano sul fuoco per i suoi candidati. «Le nostre liste sono meravigliose e fortissime. Noi abbiamo 70 galantuomini, impresentabile sarà qualcun altro. Se ci dovesse essere qualcuno che sbaglia saremo noi a cacciarlo». Musumeci coglie con il sorriso l’assicurazione dell’alleato: «È una assunzione di responsabilità che mi fa piacere». Dal fronte sinistro dello schieramento Fava gli ricorda che non basta invitare a non votare gli «impresentabili»: «Io avrei chiesto che non venissero candidati e avrei detto: o me o loro». Replica il candidato del centrodestra: «Sono stato io il primo in 70 anni a porre il problema di certe candidature. È una questione di etica o, se vogliamo, di opportunità politica. La mia è un’esortazione che non ha alcun potere sanzionatorio».

La battaglia

Musumeci sostiene che va combattuta una battaglia culturale. «Un tempo si diceva: “quello mangia ma fa mangiare...”. E lo si votava. Per decenni in Sicilia le liste sono state riempite di impresentabili. Capisco i dubbi e le riserve su qualche situazione. Ma ci vorranno almeno un paio di generazioni perché si arrivi ad una situazione ottimale». Il candidato del Movimento 5 Stelle Cancelleri non se ne dà per inteso e affonda i colpi della polemica: «A Ponzio Pilato Musumeci, che delle sue liste di impresentabili se ne è lavato le mani, vorrei ricordare che quando un nostro portavoce incorre in un procedimento giudiziario che sembra grave noi lo sospendiamo, mica lo candidiamo come fa lui». «Se io sono Ponzio Pilato, lui è Nicodemo che di giorno stava con Cristo e di notte con i farisei» è la risposta bruciante che si accompagna all’accusa, rivolta ai pentastellati, di «avere bisogno del sangue umano come vampiri». E Musumeci ne ha anche per la sinistra che «insegue un’antimafia pelosa ma il più pulito ha la rogna». La campagna elettorale è cominciata da sole 24 ore, i toni sono già caldissimi. Facile prevedere, visti anche i precedenti, che la verifica delle liste da parte dell’Antimafia accenderà nuovi fuochi.

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