Milano, 11 ottobre 2017 - 22:51

Rosatellum, le due piazze di M5S e sinistra. E Di Battista evoca Mussolini

Protesta del Movimento davanti a Montecitorio. «Così solo il Duce». Parte la «veglia». D’Alema: il Pd aiuta i populisti

(Ansa) (Ansa)
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In piazza del Pantheon, dove sventolano le bandiere di Mdp, Possibile e Sinistra italiana, Roberto Speranza racconta: «Sapeste quanti militanti mi hanno detto: ma perché non l’avete fatta insieme ai 5 Stelle questa manifestazione?». Ma naturalmente i tempi non sono maturi e quelle tra Articolo 1 e M5S restano convergenze parallele, con un solo obiettivo: fermare sul nascere la legge elettorale e affondare il Pd e il futuro, potenziale, governo di larghe intese.

La prova di forza dei 5 Stelle è davanti al Parlamento, nella piazza delle proteste. Ne era prevista una dei sindacati di polizia, fino alle 14, ma viene spazzata via da una piccola marea umana, al grido di «onestà onestà». Striscione tricolore (al contrario), bandiera spagnola bucata, il generale Pappalardo dei Forconi che si aggira inquieto, Giovanni Minoli che osserva curioso, persino una bandiera comunista. Che fa sbottare Carlo Sibilia: «Che tristezza ’sta bandiera. Ma noi che c’entriamo con loro? Niente. Chiedetelo a Danilo Toninelli». Deputato portabandiera della guerra al Rosatellum, Toninelli evidentemente non è di estrema sinistra ed è molto arrabbiato. La legge? «Scandalosa». Gentiloni? «Un passacarte». Il presidente Mattarella? «Spero abbia il coraggio di rimandarla alle Camere». E se arriva al Senato la legge? «Che non si azzardino a mettere questo merdellum fascista, anzi da Corea del Nord, in calendario prima dei vitalizi. Altrimenti vedranno cosa gli scateniamo». Toninelli concorda con la definizione di «fascistellum» affibbiata alla legge dal Fatto e Alessandro Di Battista va oltre: «La fiducia? Solo Mussolini osò tanto». Diversi deputati, da Vito Petrocelli a Nicola Morra, non concordano: «Il fascismo non c’entra nulla».

Toni più pacati con Roberto Fico, che sale sul palco, siglando platealmente la pace ritrovata con il Movimento, dopo i problemi di Rimini. Fico si professa gandhiano, spiega che non bisogna avere «nemici» e non tira per la giacchetta il presidente Mattarella, anche se considera «scandaloso che abbia avallato la fiducia». Dopo Fico, in ordine di importanza, parlano Alessandro Di Battista e il candidato premier Luigi Di Maio. Oggi si replica con protesta e una «veglia democratica». Beppe Grillo sarà a Roma, in tribuna e forse in piazza. C’è chi spera anche nella presenza di Virginia Raggi.

A pochi metri di distanza, in piazza del Pantheon, c’è folla anche per la manifestazione della sinistra. Toni piuttosto decisi anche qui, con Anna Falcone che tuona: «Stanno tentando un colpo di Stato». In piazza ci sono tutti i leader della sinistra: Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola, Giuseppe Civati, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni. E Massimo D’Alema, che attacca il Pd: «È irresponsabile, logora la democrazia e apre la strada ai populismi». Bersani è in linea: «Qui si chiudono in 4-5 e pensano di poter deformare la volontà dei cittadini. E poi dicono che non è un inciucio».

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