Milano, 16 ottobre 2017 - 21:58

Renzi ora apre a Mdp e Pisapia Sul tavolo coalizione e primarie

Veltroni contro un’alleanza con FI: la forza dei dem è l’alternatività alla destra. Candidato premier? Il segretario pd: «Se ci sono delle basi serie per fare un accordo, questo è un passaggio superabile»

Matteo Renzi (Imagoecononica) Matteo Renzi (Imagoecononica)
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Il Pd cambia strategia. Gli scissionisti non sono più i traditori dai quali tenersi alla larga. Con loro, sulla base di accordi chiari, si può anche costruire una coalizione nei collegi uninominali. È indubbiamente una svolta, comunque vada a finire e quale che sia la risposta che D’Alema e Bersani daranno. Tanto più che per la prima volta il Partito democratico, pur di ricucire con gli scissionisti e di recuperare rapporto con Giuliano Pisapia non pone il tema del candidato premier come condizione irrinunciabile per l’alleanza. Il cambiamento di strategia, come è ovvio, lo ha deciso lo stesso segretario. Che su questo si è consultato anche con Walter Veltroni. Matteo Renzi l’ha spiegata così ai suoi collaboratori: «Con Giuliano e con Mdp si può fare un accordo sulla base di contenuti chiari. Io sono disponibile». E a i più titubanti dei suoi, a quelli che gli facevano presente che questo poteva essere un modo per minare la sua leadership, il segretario del Pd ha replicato con queste parole: «Se ci sono delle basi serie per fare un accordo, questo è un passaggio superabile. Se loro non vogliono che io sia il candidato premier di quella coalizione non c’è problema. Si potrebbero fare le primarie, ma non credo che Mdp e Campo progressista le vogliano sul serio. Vorrà dire che io rimarrò, come da statuto, il candidato premier del Pd, e la leadership della coalizione la si giocherà sul campo elettorale, in base a chi avrà più voti».

«Battere le destre»

E su chi abbia più voti, ovviamente, non ci sono dubbi. Secondo l’ultimo sondaggio della Swg il Partito democratico è la prima forza politica, con il 27,2, seguita dai grillini. Ma quel che è più interessante è che quelle rilevazioni confermano che tra centrosinistra e centrodestra è un testa a testa. Perciò potrebbe servire anche lo 0,5 per cento di Pisapia o il 2,6 di Mdp per vincere la sfida elettorale. Dunque,una nuova svolta. Da parte del Pd si tratta di una grande apertura, e, soprattutto, di un modo per andare a vedere le carte degli scissionisti e di Pisapia. Così sarà chiaro agli elettori chi vuole dividere e chi invece punta a unire per «battere le destre». Renzi però preferisce non pronunciare ancora pubblicamente queste parole. Attende di capire se in realtà l’unico scopo di D’Alema e Bersani sia solo quello di mettere in difficoltà il Partito democratico o se da parte loro non ci sia una vera disponibilità all’alleanza. Walter Veltroni, invece, per il ruolo che ricopre, si può permettere di indossare ufficialmente i panni del federatore.

«No a colazioni del passato»

L’ex segretario sottolinea che «la forza del Pd è la sua alternatività alla destra», che «un’alleanza con Berlusconi sarebbe un errore» e che «con Pisapia e Mdp si vince». Ma per raggiungere questo obiettivo, aggiunge Veltroni, occorre «l’umiltà dell’unità, che richiede disponibilità a cercare dei punti di convergenza». Punti che il Pd è pronto a individuare. Tanto che gira voce che sulla manovra il Partito democratico potrebbe venire incontro agli scissionisti sul versante della sanità. Non abbracciando la loro proposta sui ticket, perché il governo ha già spiegato che non è sostenibile, ma avviando una graduale revisione di quella materia. Sbaglierebbe quindi chi immaginasse che le uscite fatte ieri da Walter Veltroni siano un modo per mettere in difficoltà Matteo Renzi. Anzi. Anche l’ex segretario del Pd ritiene che l’accordo con Mdp e Campo progressista sia fattibile solo se nasce da una vera convergenza programmatica, perché «non bisogna rifare le coalizioni del passato, che poi si rompono dopo le elezioni». E, del resto, pure Veltroni intende andare a vedere quale sia il vero gioco degli scissionisti. E anche di Pisapia, che ancora ieri era molto duro nei confronti di Renzi: «Il Pd vuol fare una coalizione o una riedizione di Biancaneve e i sette nani?». Ma mentre a sinistra si litiga, Matteo Renzi pensa al treno e al suo tour d’ascolto per l’Italia, perché, come non si stanca mai di ripetere: «È con gli elettori che si fanno le vere alleanze».

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