Milano, 19 ottobre 2017 - 23:37

Visco Bankitalia, Renzi: «Il governo sapeva». La difesa di Gentiloni

Il leader pd: «Se Visco resta non è una mia sconfitta». E cita il «precedente» di Prodi. La replica: «Tentativo maldestro». Il premier: tuteleremo l’istituto

Il primo ministro Paolo Gentiloni con Theresa May e Mark Rutte (Ap) Il primo ministro Paolo Gentiloni con Theresa May e Mark Rutte (Ap)
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La «salvaguardia dell’autonomia» della Banca d’Italia sarà il criterio che seguirà il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nel decidere chi proporre per la carica di governatore della Banca d’Italia, che scade a fine mese. Palazzo Chigi interviene per stoppare le polemiche seguite all’approvazione della mozione presentata martedì dal Pd alla Camera che chiedeva al governo di individuare una «figura più idonea» del governatore Ignazio Visco. Mozione fortemente voluta da Matteo Renzi e contestata da molti esponenti del Pd, tra i quali il presidente emerito Giorgio Napolitano e Walter Veltroni. Ma il segretario pd insiste: «Tra galateo istituzionale e tutela dei risparmiatori, io sto dalla parte dei risparmiatori. Il presidente del Consiglio farà quello che crede e io rispetterò la sua scelta, non sarebbe una sconfitta se riconfermasse Visco. Ma non è lesa maestà pensare a un rinnovo. Davvero un partito come il Pd non ha il diritto di dire che qualcosa non ha funzionato? Qualcuno ha parlato di ingerenza, vada a vedere cosa disse Prodi nel 2005». Immediata la replica del Professore: «Vedo maldestri tentativi di ricercare precedenti alla improvvida mozione».

L’irritazione del Quirinale

La nomina del governatore è fatta dal Quirinale su proposta del premier. Visco non avrebbe intenzione di fare un passo indietro. Forte l’irritazione del Quirinale, che propenderebbe per una riconferma di Visco. E nonostante le frasi di Renzi, «con Gentiloni tutto molto bene», resta forte la tensione e l’imbarazzo del premier, preso tra due fuochi e costretto a intervenire. Una fonte di Palazzo Chigi spiega: «Le decisioni del premier saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge e ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell’autonomia dell’Istituto». La fonte aggiunge che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi, che sarebbe stata a conoscenza della mozione, gode della «piena fiducia» del premier. Renzi, però, smentisce che Gentiloni non fosse a conoscenza del testo: «Quante balle e quante cose poco chiare». Secondo il segretario del Pd, il governo e Gentiloni non solo sapevano della decisione di presentare una mozione ma erano anche «d’accordo», avendo espresso sulla mozione «un parere positivo», dopo aver chiesto modifiche.

Le reazioni

Tra i critici nel Pd, il ministro Andrea Orlando: «Non parlerei di eversione, ma credo che sia inopportuno che un organo politico si pronunci su un organo di garanzia». Pier Luigi Bersani (Mdp) è ancora più duro: «Si vuole dare tutto addosso alle guardie per lasciare tranquilli i ladri. Faccio notare che negli Stati Uniti prima hanno messo in galera Madoff e poi si sono chiesti se la Sec avesse fatto tutto il necessario». Si dice tranquillo il ministro dello Sport Luca Lotti: «Non ho timore di frizioni tra Renzi e Gentiloni». Solidale con Renzi, Angelino Alfano: «Difendiamo l’indipendenza di Bankitalia e al contempo aspettiamo la proposta del premier e del ministro dell’Economia. In base a quella giudicheremo. Sono esagerate le reazioni contro il Pd». Duro il Movimento 5 Stelle: «Non ce ne frega niente del segretario — dice Luigi Di Maio — che va contro il presidente del Consiglio sulle banche. Il Pd è il principale responsabile del disastro».

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