Milano, 19 ottobre 2017 - 23:26

La verità di Renzi sulla mozione Boschi: facile attaccare il Giglio

Il segretario del Pd difende la richiesta del suo partito per la discontinuità in Bankitalia e avverte: il governatore Visco potrebbe saltare. La sottosegretaria si sfoga con i suoi

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«Tirarmi indietro? Semmai io rilancio»: Matteo Renzi non cambia linea. Anzi: «So bene — si sfoga con collaboratori — che c’è chi vorrebbe usare questa storia di Bankitalia per non farmi arrivare a palazzo Chigi. E se questo obiettivo non venisse raggiunto, hanno quello di riserva. Pensano che così se vado al governo mi acconcio e mi metto a fare quello che vogliono loro, accarezzando il pelo ai potenti. Ma si sbagliano. Piuttosto non ci vado. Io sono nato con la rottamazione e non posso cambiare, non abbozzo. E infatti li ho sorpresi tutti perché sono andato a vedere il loro bluff e ho rilanciato».Renzi è nero per certe interpretazioni: «Hanno cercato di scaricare la colpa su Maria Elena Boschi, perché faceva gioco, serviva per usare per l’ennesima volta banca Etruria contro di noi».Però il segretario del Partito democratico vuole dire la sua verità: «Non ne posso più di queste veline che girano ad arte».

Renzi la racconta così la sua verità, e si accalora mentre lo fa. Innanzitutto per chiarire che non è vero che è stato un blitz in solitaria di cui nessuno sapeva niente: «La Finocchiaro — racconta ai suoi — martedì si era chiusa in una stanza con Rosato per limare la mozione e Paolo, che poi ha parlato con me quando ero con il treno a Civita Castellana, è stato avvisato della mozione proprio dalla Boschi, perché la Finocchiaro, che stava parlando con Rosato, non lo aveva ancora avvertito». Boschi preferisce tacere ufficialmente, ma agli amici consegna tutta la sua amarezza: «È più facile attaccare il Giglio magico che i poteri forti».

Renzi rifiuta anche la lettura secondo la quale lui ha voluto forzare la mano al governo e al Colle per evitare la riconferma di Visco: «Quello che succederà lo decideranno gli altri. Comunque è vero che persino Berlusconi è stato costretto a dire che Visco non va bene. Dopodiché possono anche decidere di confermarlo. Sapendo però che può saltare perché non sappiamo cosa dirà la commissione parlamentare sulle banche, perché oltre alle nostre perplessità ci sono quelle dei grillini e di Berlusconi. E comunque stiamo parlando di Visco, non di Guido Carli».

Renzi, però, pensa che «non me la daranno vinta», perciò se la ride quando legge i nomi dei suoi candidati a Bankitalia. E spiega: «Mi stanno arrivando le lettere dei cittadini, quelli che ti chiedono che ha fatto questa banca, cosa quell’altra». Ma questa presa di posizione non mette di nuovo in difficoltà il leader del Pd, che aveva passato tutta l’estate a ricucire i rapporti con Mattarella e a consolidare quelli con Gentiloni? «Io no voglio rompere con Mattarella e men che meno con Paolo — spiega Renzi ai suoi — anche perché so che non sono loro che stanno veramente sponsorizzando Visco». E a proposito di rapporti interrotti c’è anche il problema di Veltroni. Lui ha difeso Bankitalia, Renzi ha retwittato il cinguettio di Orfini: «Comunque cari compagni o fate la sinistra o fate i portavoce a prescindere del salotto buono. Le due cose insieme funzionano poco». E poi ai suoi Renzi spiega: «Walter ha detto che non bisogna avere paura della parola sinistra e poi difende Bankitalia i cui errori sono sotto gli occhi di tutti».

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