Milano, 22 ottobre 2017 - 00:04

Renzi e l’affondo su Bankitalia «Nessuno può essere intoccabile»

«Se Gentiloni conferma Visco prenderò atto». Casini: si proceda presto alla nomina

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Rivendicare, e poi spegnere il fuoco. È duplice l’impegno di Matteo Renzi sul caso Bankitalia. L’ex premier infatti in una intervista all’Avvenire, difende il senso della mozione contro il governatore Visco: «Il vero problema — dice — sono le crisi bancarie, sono le decine di miliardi messi dallo Stato per salvarle. Io e il Pd non possiamo difendere l’attuale assetto di potere, non possiamo stare dalla parte dei presunti salotti buoni della finanza. Noi stiamo con i risparmiatori». Poi, nel pomeriggio alla festa del Foglio a Firenze, insiste: «Ci hanno chiamato eversivi, ma noi siamo quelli che fanno battaglie a viso aperto. Poi chi deve decidere decida, perché le regole sono queste». E comunque «non sacrificherò le mie idee per tornare a Palazzo Chigi: non dirò che sulle banche va tutto bene, ad esempio...», perché «esprimere un giudizio di merito non è lesa maestà. In Italia si può valutare quello che fanno tutti. Altrimenti, si arriva al paradosso che qualcuno è intoccabile, inviolabile, ingiudicabile e i politici sono sempre attaccabili. Difendo la dignità della politica rispetto a questa visione allucinante».

È un contrattacco deciso dunque, ma per non subire l’accusa di voler condizionare le imminenti decisioni del governo sulla nomina del prossimo governatore, Renzi però aggiunge che, pur non essendo «la difesa ad oltranza di Visco nei miei desideri segreti», accetterà «qualsiasi nome il premier farà. Non ci saranno problemi. Anche se dovesse confermare Visco, nessun problema, prenderò atto della decisione del governo».

Lo scontro politico però continua. Mentre Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione di inchiesta sulle banche, si augura che «il governo proceda rapidamente a un adempimento importante, anche per dare un segnale di stabilità ai mercati», e il ministro Alfano rivendica «la possibilità, il diritto delle forze politiche di dire la propria opinione: non è una enclave la Banca d’Italia, della quale e sulla quale non si può discutere», nel Pd altri passano al contrattacco. Lo fa Matteo Orfini, definendo «inquietante» che dentro Bankitalia ci sia «una manina che passa documenti riservati prima che arrivino alla commissione» e chiede a Casini di «desecretare» le carte oggetto dell’attività di inchiesta per rendere «tutto più trasparente».

Ma per il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio l’esito di questa vicenda, al di là delle polemiche, è già scritto: «Vedrete che alla fine Visco rimarrà a capo di Bankitalia, perché questi signori hanno interesse a mantenere lo status quo».

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